La scuola come l’abbiamo sempre vissuta, tra i banchi, a stretto contatto con i compagni, in preda all’ansia per l’interrogazione, non è più la stessa a causa dell’emergenza Coronavirus. Da sempre luogo di condivisione e socializzazione per i giovani, la scuola adesso si è trasferita sui social network e sulle app: proprio grazie a internet la didattica può proseguire, con le lezioni a distanza che mettono in contatto alunni e professori, in totale sicurezza. Ogni istituto si è organizzato per consentire agli studenti di proseguire e concludere al meglio l’anno scolastico, ma ci sono ancora molti punti interrogativi sulla maturità e la promozione finale.
APPROVATO IL DECRETO SCUOLA
Nei giorni scorsi è stato approvato a Palazzo Chigi il decreto Scuola, al cui interno vi sono le misure per la conclusione dell’anno scolastico in corso. Qualora si dovesse tornare in classe entro il 18 maggio, l’esame di maturità prevedrà una commissione tutta interna con il presidente esterno, con la prova nazionale di italiano e la seconda prova preparata dalla commissione interna. Se invece non si dovesse rientrare a scuola a causa del Coronavirus, gli esami finali consisteranno in un’unica prova orale mentre per gli studenti degli altri anni saranno previsti corsi di recupero dal 1° settembre. Per quanto riguarda l’esame di terza media, con le scuole chiuse gli studenti dovranno presentare un elaborato scritto valido per lo scrutinio finale. Intanto la scuola non si è mai fermata grazie alla didattica a distanza. Così il Caffè ha raccolto le testimonianze di alcuni professori che stanno portando avanti il loro programma scolastico, facendo lezione da casa propria e valutando gli studenti con interrogazioni in videoconferenza.
“La scuola li salva dalla noia”
Irene Russo, giovane docente di italiano presso l’istituto paritario Sant’Orsola di Roma, sta tenendo lezioni a distanza per i suoi studenti del II e IV liceo Classico e Artistico. “Finora l’esperienza è più che positiva. Ho notato che le lezioni sono più snelle ed efficaci, perché il tempo a disposizione è poco e si va dritti al punto. Preparo lezioni e le integro con mappe concettuali, schemi e dispense a disposizione dei ragazzi. Loro sono partecipi: li interrogo e chiedo elaborati per poterli valutare di volta in volta. Inoltre ogni settimana noi docenti ci riuniamo in collegio per confrontarci sui metodi di insegnamento e valutazione. La scuola indubbiamente sta “salvando” gli studenti dalla noia, dall’apatia latente. Sono focalizzati sul loro futuro come fossero in classe”.
“Studenti e familiari sempre collaborativi”
Roberto Ventimiglia è un insegnante di sostegno presso l’istituto comprensivo Giovanni Pascoli di Aprilia. In questi giorni di emergenza ha proseguito a fornire il suo supporto agli studenti sia sul piano didattico che emotivo. “La lezione online si tiene alla presenza di due professori: c’è il professore della materia che spiega e io seguo i ragazzi tramite chat, per qualsiasi chiarimento in merito alla lezione. Stiamo usando l’App di Gmail G Suite per le videoconferenze. La didattica a distanza è sicuramente un modo eccezionale per continuare a lavorare sul programma. I ragazzi seguono le lezioni e studiano a casa, mantenendo il ritmo. Per quanto mi riguarda ho notato un livellamento in positivo: studenti e genitori sono tutti collaborativi, facciamo gruppo anche tra insegnanti. Una scuola 3.0 che sta affrontando al meglio questa emergenza”.
“Così manteniamo il rapporto con gli studenti”
Valeria Biacioni è docente di italiano presso un istituto superiore privato di Roma, per i ragazzi dal II al IV anno dei licei ad indirizzo Scientifico e Scienze umane. “Siamo partiti con l’insegnamento online dopo qualche giorno dall’avvio delle limitazioni governative. La classe si riunisce via Skype rispettando l’orario scolastico, con qualche flessibilità. Uso molto di più mappe concettuali e videodispense rispetto al solito. Ogni volta una parte della lezione la dedico al confronto con i miei studenti, chiedo loro come stanno, cosa provano in questi giorni di isolamento. Qualcuno fuma o segue la lezione con il suo cane in braccio, altri si distraggono perché la mamma passa con il cesto dei panni o il fratello gioca con la consolle, ma il più delle volte sono partecipi e collaborativi. Indubbiamente la tecnologia ci sta aiutando a tenere alto il morale e l’interesse dei ragazzi, ma soprattutto a mantenere il rapporto personale con loro”.
“Non tutti possono seguire le lezioni online”
Angela Maria Iacopino, insegnante di italiano e latino presso il liceo artistico-linguistico Pablo Picasso di Pomezia, segnala un aumento considerevole del lavoro per gli insegnanti, alle prese ogni giorno con le lezioni online e la preparazione di dispense integrative. “Ci siamo attivati subito con la didattica a distanza, utilizzando piattaforme come Skype e Zoom. I ragazzi sono spesso su internet, eppure non sempre sanno farne un uso intelligente, acquisendo le informazioni giuste per lo studio. Infatti, anche a distanza, non mancano i voti negativi sul registro. Con i ragazzi di quinto abbiamo avviato un club del libro online: ogni sera, per un’ora, leggo un romanzo. Abbiamo appena finito Cecità di Saramago, una storia distopica adeguata ai tempi che stiamo vivendo. Stiamo navigando a vista, non c’è nulla di definito e perfettamente funzionante. I disagi ci sono, difatti non tutti hanno la possibilità di seguire le lezioni online da casa propria. Fortunatamente il Picasso ha messo a disposizione degli studenti pc e tablet della scuola. La didattica a distanza è oggi l’unico strumento che ci consente di portare avanti il programma, ma non può paragonarsi alla didattica dal vivo. Per i giovani la socialità e lo scambio interpersonale sono fondamentali: non saranno lasciati soli!”