Un autista Atac è in quarantena poiché risultato positivo al coronavirus. La notizia si è diffusa in mattinata tra i conducenti della municipalizzata capitolina: “C’è un caso positivo alla rimessa degli autobus di Roma nord, a Grottarossa, la moglie intubata a Rieti. Lui è asintomatico, mentre il figlio è negativo. L’azienda ha dato disposizione a chiunque rientri dal turno di non sostare in rimessa”.
I vertici della municipalizzata dei trasporti si sono immediatamente riuniti e, contattata la Asl, hanno avviato il protocollo sanitario: i dipendenti non devono sostare più nei locali di Grottarossa. Rientrati in rimessa, devono limitarsi a consegnare la tabella di percorrenza e il foglio di via al controllore. Poi fuori, immediatamente. Una serie di precauzioni per evitare che il contagio (anche se i pazienti asintomatici sono meno infettanti di chi presenta sintomi palesi dell’infezione da Covid-19) mandi in tilt il servizio. Sale, però, la paura tra gli autisti che hanno incontrato il collega risultato positivo al test: “Atac deve sospendere tutto – scrive un conducente in chat – chi è stato a contatto con quel conducente potrebbe essere poi entrato in contatto con gli autisti di altre rimesse. Così l’epidemia rischia di diffondersi a macchia d’olio”.
L’AZIENDA AL LAVORO PER STABILIRE LA RETE DEI CONTATTI
L’azienda, però, non si lascia prendere dalla psicosi: è stata subito avviata un’inchiesta interna per stabilire quanti e quali dipendenti siano entrati in contatto con l’autista. “Stiamo facendo tutto il possibile per garantire la salute dei nostri autisti – spiegano dal quartier generale di via Prenestina – da 14 giorni abbiamo inibito l’ingresso dei passeggeri dalla porta anteriore e installato le catenelle per dividere l’area della cabina di guida dal resto del mezzo”.