Consigliere, partiamo dai temi interni. Che succede?
“Succede che il Partito Democratico, con le sue offerte dirette e indirette, con le sue moine e le sue pacche sulle spalle, ci ha “infettato”. Eravamo quelli puri, coerenti e determinati a fare un’opposizione senza alcuno sconto… ora leggo ogni giorno interviste di Roberta Lombardi (capogruppo regionale M5S Lazio, ndr) che è rimasta folgorata dal fascino di Zingaretti e ogni giorno brama accordi nel suo “Laboratorio Lazio”. Oppure ascolto dichiarazioni in aula farneticanti, mi riferisco a Marco Cacciatore (consigliere regionale M5S Lazio, ndr), che arrivano a giustificare un voto in aula a favore di un importante documento di bilancio della maggioranza. In Regione Lazio il Movimento 5 Stelle è diviso fra chi sta al gioco di spartirsi la torta, e con la giustificazione di una autodefinita “responsabilità di portare a casa risultati per i territori” si svende al Partito Democratico, e altri che continuano a fare opposizione sui temi e sui contenuti, ma senza inchinarsi al sistema di potere rappresentato da chi governa la regione Lazio”.
Perchè ha chiesto l’espulsione del suo collega Marco Cacciatore?
“Guardi, abbiamo segnalato ai probiviri tutti quei comportamenti che violano regolamenti interni, statuti, codici etici e…. i valori che hanno contraddistinto il Movimento Cinque Stelle, anche se oggi sembrano purtroppo annacquati. Cerchiamo di mantenere la barra dritta. Per questo la mozione di sfiducia verso Roberta Lombardi è pronta, ma dipende se i vertici vorranno anche solo per una volta interessarsi alla Regione Lazio e aiutarci a rimettere a posto le cose, con una messa in riga dei consiglieri M5S-Pd, cioè Marco Cacciatore”.
Dalla Regione Lazio al Comune di Roma il passo è breve. Posso chiederle una riflessione sull’operato della sindaca Virginia Raggi: personalmente lei la ricandiderebbe in ottica delle elezioni amministrative 2021?
“Virginia ha dimostrato, in condizioni impossibili, di portare tanti risultati ai cittadini di Roma. Con una macchina amministrativa che le si rivolta contro, è riuscita a far arrivare soldi dove non erano mai arrivati… risanando un bilancio-macerie e portando finalmente trasparenza amministrativa nelle gare pubbliche e negli appalti. Molte strade sono state rifatte, non si può negarlo, così come il verde è finalmente manutenuto. Se la Regione Lazio non ostacolasse il lavoro, anche la questione rifiuti sarebbe stata risolta. Quindi, come ho già detto pubblicamente, la guerriera Virginia deve proseguire con la sua missione”.
Altro tema assolutamente delicato e attuale è quello della questione rifiuti. Zingaretti vs Raggi, Raggi vs Zingaretti. Intanto il tempo passa, la discarica ancora non c’è e il commissariamento sembra avvicinarsi. A suo giudizio, dove sono le colpe?
“Il conflitto fra istituzioni, di natura prettamente politica, non aiuta a risolvere i problemi. Cosa ha fatto la Regione Lazio dal 2013 ad oggi, dopo aver chiuso la discarica di Malagrotta? Non ha fatto nulla. Non ha predisposto nessun piano regionale per chiudere il ciclo rifiuti, nè ha predisposto centri di riuso e raccolta. Se avesse fatto solo una briciola di tutto questo, non ci sarebbe alcuna emergenza. Invece con le emergenze, ci guadagna sempre qualcuno…”.
Consigliere Barillari, lei è sempre stato molto critico sull’operato della Regione Lazio in tema di Sanità. In cosa, secondo lei, si può fare e non si è fatto?
“Si può fare tantissimo, anche a costo zero, ma non c’è alcuna volontà politica di rompere questi equilibri… Nella Sanità del Lazio mancano i controlli, soprattutto verso i medici che fanno intramoenia e verso i privati accreditati. Le liste di attesa, infinite, non si risolvono, volutamente, costringendo una persona che sta male a rivolgersi al privato, indebitandosi. I pronto soccorso sono intasati dai pazienti anziani con malattie croniche, perché le casette della salute non sono mai partite. E le nostre proposte per risolvere tutti questi problemi? Insabbiate o bocciate. E come ciliegina sulla torta, un buco di 1 miliardo di euro – fondo di dotazione negativo – che il presidente Nicola Zingaretti sta facendo pagare ai cittadini del Lazio, con una rata di 90 milioni all’anno, fino al 2032”.