DIREZIONE PIAZZA VENEZIA
Insomma, una seduta di commissione bella fitta di punti in discussione quella presieduta dal 5stelle Enrico Stefàno. E a cui ha partecipato anche l’assessore alla Mobilità, Pietro Calabrese. Ma partiamo dalla sub-tratta Fori Imperiali-Venezia. «Stiamo aspettando che il Cipe e la Corte dei Conti verifichino la regolarità contabile del finanziamento», ha annunciato il responsabile di progetto Andrea Sciotti, tecnico di Roma Metropolitane, la società del Comune di Roma incaricata della progettazione di nuove linee metro. «Una volta pubblicata in Gazzetta Ufficiale la delibera del Cipe, – ha precisato – si sbloccheranno i fondi e le escavatrici potranno ripartire». Stiamo parlando di circa 9 milioni di euro. Per i lavori ci vorranno circa cinquanta giorni. Si spera, dunque, di concludere in primavera. Ma sui 2,8 km della tratta T3, che va invece da San Giovanni a Colosseo/Fori imperiali, bisogna prima terminare i cantieri per le stazioni Amba Aradam e Fori Imperiali, quest’ultima nodo di interscambio con la linea B. Si parla del 2023, con due anni di ritardo rispetto a quanto preventivato nel cronoprogramma stilato ai tempi di Ignazio Marino.
LA STAZIONE-MUSEO
Una volta arrivati a Piazza Venezia, sarà il turno della stazione. Che, ha detto il presidente di commissione Stefàno, «sarà il primo tassello nel percorso che porterà alla pedonalizzazione della piazza». Il progetto della stazione Venezia è in corso di revisione. La versione definitiva era stata presentata nel 2014 dal Consorzio MetroC, il ‘general contractor’ a cui è stata affidata la realizzazione della terza linea metro della Capitale. Ma i reperti archeologici presenti nell’area e un costo di esecuzione troppo oneroso, abbinati all’incertezza sulla copertura economica, hanno relegato al palo il progetto. Bloccando, di fatto, anche il completamento delle due gallerie fino a Piazza Venezia. Un paio di mesi fa la schiarita e la promessa di finanziamento da parte del Cipe, che dopo l’ok del Mit sulla proposta dovrebbe stanziare un contributo di 300 milioni di euro, a cui il Comune dovrebbe aggiungerne quasi 200 pescati da un vecchio finanziamento. «Stiamo portando avanti i carotaggi per completare la mappatura dei reperti archeologici, necessaria alla messa a punto del progetto», ha detto l’ing Sciotti. A due passi dall’Altare della Patria sorgerà una stazione-museo come quelle di San Giovanni, già operativa da un anno e mezzo, e della fermata Amba Aradam. «Un anello di congiunzione tra passato e futuro», ha commentato Stefano. «La stazione Venezia è il crocevia rispetto a tutte le decisioni che segneranno il proseguimento dei lavori», ha invece dichiarato l’assessore Calabrese. Difficile, tuttavia, pronosticare una data per il taglio del nastro.
TRATTA FINO A CLODIO: SÌ ALLE MODIFICHE
Dalla tratta T3 alla successiva T2. Ossia, quella che partirebbe da Piazza Venezia giungendo tra viale Mazzini e Piazzale Clodio. Anche qui si parla di una revisione del progetto, già affidata a Roma metropolitane. «La nostra proposta – ha ricordato Stefàno – è quella di far arrivare la tratta direttamente alla Farnesina». Quest’ultima, oltre ad essere uno dei due terminal dell’intera linea, era anche il punto d’arrivo dell’ultima tratta, la T1 Clodio-Farnesina, che verrebbe di fatto inglobata nella T2. Nel mezzo almeno tre stazioni. La prima sarà quella di Chiesa Nuova, per cui – ha dichiarato il responsabile del procedimento – «abbiamo già definito con la Soprintendenza un programma per le indagini archeologiche».