PORTA A PORTA AL PALO
Ad avviso di chi scrive, sono almeno tre i nodi sulla gestione del ciclo dei rifiuti che la maggioranza grillina non è ancora riuscita a sciogliere. Primo: la Raggi è intenzionata a realizzare la nuova discarica di Roma a Monte Carnevale, l’Amministrazione non sembra disposta a fare passi indietro. Parallelamente però la sindaca non ha ancora annunciato – a 3 anni e mezzo di distanza dal proprio insediamento – un cronoprogramma serio e credibile sulla diffusione del Porta a porta spinto, la modalità di raccolta domiciliare dei rifiuti urbani, ma soprattutto l’unica e vera alternativa al business mortale delle discariche e degli inceneritori. La discarica è purtroppo ‘necessaria’ alla chiusura del ciclo dei rifiuti, questa è una triste verità che nessuno può negare. Ma forse la pillola da far ingoiare ai propri cittadini ed elettori sarebbe un po’ più dolce se la Raggi avesse puntato sul Porta a porta e la nuova discarica utilizzata solo per interrare la frazione residua dei rifiuti indifferenziati, una parte che più si fa la differenziata e più diventa piccola. Ma la nuova discarica di Monte Carnevale, come accaduto per decenni con Malagrotta, servirà solo per continuare a gettare sotto al tappeto il 60% dell’immondizia prodotta dai romani esattamente come desiderato dai soliti e noti signori dei rifiuti. Il tema del Porta a porta, invece, è scomparso dall’agenda politica della sindaca che, dalle dimissioni dell’ex assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari di febbraio 2019, ha tenuto per se la delega ai rifiuti, con tutte le responsabilità del caso. Chi, come e quando ha deciso che il Porta a porta a Roma non deve essere incrementato? Perchè non chiedere fondi extra al Ministero dell’Ambiente ed alla Regione Lazio per un programma straordinario di diffusione del Porta a porta da realizzare in soli 12 – 18 mesi?
LA DISCARICA AL PRIVATO: E AMA?
Secondo nodo: la futura discarica di Monte Carnevale verrà costruita e gestita da uno dei tanti privati del settore. I quesiti sorgono spontanei: l’Ama non era in grado di costruire e gestire una discarica? Un imprenditore privato può legittimamente guadagnare soldi a palate da una discarica, mentre una società pubblica non può farlo? Perché il Piano industriale di Ama, preannunciato dall’Amministartore Stefano Zaghis prima di Natale, ancora non è stato reso pubblico? La Capitale ha ancora il bisogno di continuare ad inginocchiarsi davanti alle richieste dei signori dei rifiuti, come accaduto pochi giorni fa? Le ‘bizze’ di oggi di Lozza sono così diverse da quelle di ieri di Fabio Altissimi, della Rida Ambiente di Aprilia, o da quelle dell’altro ieri di Manlio Cerroni, l’ex monopolista di Roma e dintorni nonchè proprietario di Malagrotta?
I RIFIUTI SARANNO LA CAPORETTO DEL MOVIMENTO?
Terzo nodo: i 5Stelle romani in campagna elettorale avevano preannunciato di essere pronti a rivoluzionare il ciclo dei rifiuti di Roma, con l’introduzione massiccia del Porta a porta spinto, ma anche di voler garantire assoluta trasparenza all’intero settore. Eppure nessuno, in aula Giulio Cesare come nella varie Commissioni capitoline, riesce ad avere ancora notizie certe sui bilanci di Ama del 2017, 2018 e 2019, sul Piano industriale di Ama, ossia sul futuro che l’M5S ha disegnato per garantire alla sua municipalizzata più forza dal punto di vista industriale, strutturale, occupazionale ed economico. Resta segreto – e scalfito solo da indiscrezioni stampa affidate a qualche giornalista amico – anche l’esito delle incandescenti trattative politiche sulla nuova discarica di Roma che stanno animando i rapporti all’interno dell’M5S romano, oltre ai rapporti con l’alleato di Governo nazionale del Pd, sia in Campidoglio che alla Pisana. In tutta onestà, Roma e i romani si aspettavano un film ben diverso.