Il lotto 17 di via Venafro al Tiburtino 3°
Ha una storia a sé. Le sei palazzine di cinque piani che lo compongono, con due scale ciascuna senza ascensore, sono state costruite nel 1949. È il secondo lotto più vecchio della borgata ma l’unico a non aver beneficiato di interventi di ristrutturazione. “Lo Sportello Popolare per la casa, che si occupa da tempo di problemi legati al diritto all’abitare in varie zone di Roma, ha preso il testimone di questa battaglia iniziata da Marisa Marcellino – spiega Francesco Di Bella, responsabile dello Sportello Popolare Tiburtino- La storica presidente del CdQ è stata sempre in prima linea nelle lotte per il miglioramento delle condizioni di vita nella borgata: dall’abbattimento di abitazioni fatiscenti alla costruzione di nuovi lotti, dall’apertura del presidio ASL di via Mozart, fino alla lotta contro la droga e l’apertura di un centro di recupero per tossicodipendenti. Nel 1996 la battaglia per la ristrutturazione e l’installazione degli ascensori nel lotto 17 era a buon punto- aggiunge- L’allora IACP presentò i progetti di ristrutturazione con elaborati grafici e planimetrie varie su come sarebbero state le nuove palazzine ed i singoli appartamenti. Tutto questo, però, non venne mai realizzato”. Nel corso degli anni sono cambiati presidenti, direttori, architetti, ingegneri, assessori, alcuni dei quali sono stati arrestati. Nel frattempo lo IACP è diventato ATER e Marisa Marcellino, protagonista principale delle lotte a tiburtino 3°, è venuta a mancare nel maggio del 2018.
La petizione
Nell’anno precedente alla sua scomparsa venne protocollata una grande petizione presso l’ATER a Lungotevere Tor di Nona: gli inquilini del lotto 17, con lo Sportello Popolare e il CdQ, hanno fatto presente ancora una volta la grave situazione di abbandono degli stabili e le drammatiche conseguenze per gli abitanti, in particolare le categorie più fragili. “Di promesse di inizio dei lavori ne abbiamo sentite già tante, ora basta. Siamo stanchi di aspettare, di promesse non mantenute, di non poterci muovere liberamente. Vogliamo che partano una volta per tutte i lavori di ristrutturazione e l’installazione degli ascensori in tutte le scale e che il Comitato venga coinvolto formalmente nella fase decisionale e di verifica delle modalità e delle tempistiche dei lavori” si legge nel testo della petizione depositata e protocollata all’Ater nel 2017.
Il problema della mancanza degli ascensori
È stata rivendicata l’assenza degli ascensori considerando, peraltro, l’invecchiamento della popolazione residente ed i relativi problemi di salute e di deambulazione degli inquilini. Le persone anziane, disabili e malate, infatti, sono segregate in casa da decenni; le mobilitazioni ed i continui i solleciti dei residenti e dello sportello popolare continuano a restare inascoltate. “La situazione è di grande sconforto- spiega Gianna Poliziani, inquilina del lotto 17- la gente è rassegnata, non si fida più delle promesse. Sono quarant’anni che ci prendendo in giro: hanno montato e smontato due cantieri- specifica- l’ultima volta è stato allestito un cantiere con le reti intorno: hanno messo i cancelli per fare entrare i mezzi, sradicato le piante e alla fine hanno smontato tutto senza fare i lavori previsti. Siamo 120 famiglie- aggiunge- ci sono bambini, anziani, persone con disabilità e malati che non possono uscire perché non ce la fanno a risalire le scale, pertanto restano segregate in casa”. Cosa risponde ATER di fronte a questa grave situazione, agli impegni presi e non mantenuti e, soprattutto, anziché fare promesse cosa intende fare?
Francesca Zaccari