VIA AL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE
Dopo la vittoria, la Sindaca Raggi ha esultato con un post sul suo profilo Facebook: “Questo vuol dire che nascerà un’impresa più solida e sicura e che presto potremo iniziare questo percorso insieme ai lavoratori. Sono loro che ogni giorno si prendono cura dei nostri bambini, assicurando attività di accoglienza e sorveglianza, pulizia e manutenzione del verde nelle scuole dell’infanzia e nei nidi di Roma. Abbiamo vinto i ricorsi e siamo andati avanti a dispetto di critiche e pregiudizi, perché nostra priorità è tutelare i livelli occupazionali e dare servizi migliori alla città”. La Raggi si riferisce dunque ad un piano di ristrutturazione della Multiservizi stessa che oggi è controllata dal Campidoglio attraverso l’Ama e che invece passerebbe direttamente sotto il controllo del Comune. Inoltre il raggruppamento di più lotti, secondo le intenzioni della giunta capitolina, porterebbe ad un aumento del lavoro a garanzia dei livelli occupazionali di una società che lamenta diverse centinaia di esuberi.
L’ATTACCO DI ASSOARTIGIANI
Rimangono molti dubbi sulla gara. A sollevarli è soprattutto il mondo imprenditoriale romano che dopo aver vinto due ricorsi al Tar e aver visto riconosciute le proprie ragioni anche dall’Antitrust, è in attesa di una risposta da parte della Corte dei Conti ad un lungo esposto in cui si contesta il legame tra il Comune e la Roma Multiservizi. Un rapporto che nasce con una serie di affidamenti diretti dal 1997 al 2008 e questo nonostante dal 1999 la società non sia più completamente pubblica (il 49% del capitale lo detengono i soci privati Manutencoop e La Veneta). Fabio Lanzellotto, Presidente di Assartigiani, manifesta dalle pagine de il caffè di Roma incredulità “davanti all’arroganza di una amministrazione capitolina – così sostiene – che sull’argomento è stata più volte censurata dal Tar e dell’Antitrust. Si rilancia un modello aziendale “partecipato” che ha dimostrato nel tempo tutta la sua inefficienza”.
LA ‘STORIA’ DI MULTISERVIZI
Nel 2008 – così ci fa sapere Assoartigiani – si è svolta l’unica gara per la manutenzione dei servizi scolastici andata a buon fine e vinta dalla Multiservizi che negli anni successivi però si vede allargare dall’amministrazione l’oggetto dell’affidamento (che comprende anche la manutenzione delle aree a verde scolastico) senza che venga indetta una gara sui nuovi servizi. Dal 2013, cioè alla scadenza del contratto, fino ad oggi, il Comune ha provato ad assegnare nuovamente il servizio ma si è visto bocciare i bandi di gara per ben 3 volte dal TAR del Lazio ed ha continuato ad affidare il servizio alla Roma Multiservizi attraverso vie emergenziali come proroghe, rinnovi, o affidamenti diretti. In questo contesto, in cui la società partecipata ha di fatto creato una posizione dominante nel mercato, la nuova gara a doppio oggetto presenta dei dubbi di legittimità molto forti che non sono ancora stai chiariti dall’amministrazione.
500 MILIONI IN 8ANNI
È abbastanza evidente, prima di tutto, che assegnare ad un’unica società un bando di gara tanto ampio dal punto di vista dell’indotto e anche dell’arco temporale (500 milioni di euro spalmati in 8 anni) significherebbe di fatto consegnargli tutto il mercato, con il rischio di chiusura delle piccole e medie imprese del settore che per sopravvivere si troverebbero costrette a lavorare in sub-appalto per la nuova Multiservizi, percependo chiaramente di meno. L’altro dubbio riguarda l’estrema eterogeneità dei servizi presenti in un unico bando di gara: come si fa ad essere qualificati per fare una potature, per effettuare una derattizzazione e per effettuare servizi di bidellaggio scolastico? A ciò si aggiunge il fatto che la costituzione di società miste è stata subordinata dalla nuova legge Madìa sul riordino delle Pubbliche Amministrazioni, al requisito di “stretta necessità” della società “per il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente pubblico”. Non sembra sia questo il caso visto che ci sono più soggetti pronti ad eseguire almeno la parte dei lotti più piccoli, quelli cioè relativi al verde. E in effetti dagli errori del passato bisognerebbe apprendere qualcosa: le società partecipate, soprattutto nel contesto romano, non hanno mai brillato né per efficienza né per trasparenza e sono diventati spesso dei serbatoi elettorali, buchi neri in cui è tutto molto nebuloso e l’unica certezza è uno scarso servizio reso ai cittadini e un danno più esteso a tutto il mercato del settore.