L’atteso momento è arrivato martedì 3 febbraio alle 5.30 del mattino, dopo 317 giorni di attesa: la stazione della metro A Barberini è stata riaperta al pubblico. Anche se in realtà a metà. A Barberini si arriva in metropolitana, ma non si riparte. Per i commercianti, i turisti, i lavoratori di quel quadrante del centro storico comunque è già un sollievo, quasi una gioia. L’Ustif, l’ufficio speciale trasporti a impianti fissi del ministero delle infrastrutture, dopo una serie di slittamenti, ha dato il via libera. ”Troppo un anno di lavoro, ma la sicurezza viene prima”, ha commentato Virginia Raggi sui suoi profili social. ”Avremmo voluto far prima perché un anno di lavori per riaprire una fermata della metropolitana è davvero troppo” ha scritto il sindaco di Roma, aggiungendo: ”Mi riferisco, in particolare, all’attesa dei commercianti di piazza Barberini, dei cittadini e dei tanti viaggiatori di una delle stazioni più importanti e centrali di Roma. Ma la sicurezza viene prima”.
TENSIONI CAMPIDOGLIO – ATAC
Sui tempi di attesa per la riapertura sindaca e l’assessore alla Mobilità, Pietro Calabrese, hanno usato rispettivamente carota e bastone coi vertici della municipalizzata dei trasporti. ”Dopo le immagini delle scale mobili accartocciate della fermata Repubblica, sempre sulla linea A” ha continuato la Raggi nello stesso post, ”è apparso evidente che un controllo approfondito, mai fatto prima, su tutte le strutture delle metropolitane di Roma fosse più che mai necessario. In questi mesi abbiamo messo al lavoro i tecnici per rendere sicure le stazioni”. L’assessore Calabrese, invece, si è scagliato contro il presidente di Atac Paolo Simioni. Calabrese gli ha fatto recapitare in Atac una lettera in cui pretende risposte entro e non oltre 10 giorni sul caos scale mobili. “Si richiede” ha ordinato Calabrese ”una relazione sulle ragioni che hanno condotto alla motivazione di non procedere alla manutenzione contemporanea dei 6 impianti di stazione” e “ad annunciare di volta in volta il rinvio della riapertura, specificando in ogni occasione nuovi e aggiuntivi requisiti di sicurezza”.
CALABRESE ALZA LA VOCE SUI COSTI
Calabrese ha preteso anche notizie sui “costi” della manutenzione. E sui motivi dietro una riapertura che, a distanza di quasi 11 mesi dall’incidente che ha chiuso Barberini, è comunque parziale. Infine, altre due richieste. Un dossier sui guasti registrati dalle scale mobili negli ultimi 10 anni e sui dirigenti che hanno supervisionato il disastro. E un altro su Baldo degli Ubaldi e Cornelia: “Perché gli interventi non sono stati effettuati nel secondo semestre del 2018? Perché non sono stati riprogrammati per tempo per evitare la chiusura delle stazioni?”.
LA RAGGI GETTA ACQUA SUL FUOCO: “VIA ALLA REVISIONE DEGLI IMPIANTI”
La Raggi, però, almeno nella facciata social getta acqua sul fuoco: ”Per le scale mobili di Repubblica si indaga sull’ipotesi di riparazioni, effettuate da una ditta privata, con semplici fascette da ferramenta. Una vergogna, episodi di una gravità inaudita che non sono giustificabili con il pretesto delle gare al massimo ribasso che impone la legge attuale. Per questo abbiamo annullato il contratto con la vecchia ditta di manutenzione. Spetterà ora alla magistratura attribuire le responsabilità. Noi ci aspettiamo pene severe”. ”Nel frattempo stiamo andando avanti con la revisione ventennale degli impianti – sì, ho detto ventennale – nelle stazioni metro di Roma. I lavori sono stati quasi ultimati a Baldo degli Ubaldi e stanno proseguendo nella stazione di Cornelia. Queste manutenzioni sono necessarie per garantire un servizio sicuro per tutti”.
TORNATA IN FUNZIONE (MA A METÀ) ANCHE BALDO DEGLI UBALDI
Dal 10 gennaio intanto è tornata in funzione anche la fermata della metro A Baldo degli Ubaldi, col via libera iniziale di 6 scale mobili su 12. La chiusura della stazione Cornelia è partita invece dal 2 gennaio e con previsioni di almeno tre mesi.
Marta Volo