In Parlamento si è arenata la nuova legge sulle querele temerarie, ossia quelle intentate contro editori e giornalisti in modo pretestuoso, solo come arma per spaventarli e ammutolirli. Il testo del disegno di legge è stato licenziato nei giorni scorsi dalla Commissione Giustizia del Senato dove si è raggiunto un accordo ‘armato’ tra le varie forze di maggioranza: M5S, PD, Leu e Italia Viva. Dopo un lungo e aspro dibattito iniziato nelle scorse legislature, i politici sono riusciti a trovare la quadra attorno ad uno degli aspetti più controversi della nuova norma: l’obbligatorietà da parte del giudice di chiedere il risarcimento danni nei confronti di chi querela in modo temerario, quindi senza la giusta prudenza, un giornalista o un editore, querela spesso associata a richieste di risarcimento danni mirabolanti, tali da mettere in ginocchio chi fa informazione specie se libera e indipendente.
OK, IL PREZZO È GIUSTO?
L’altro punto su cui si è molto dibattuto in Commissione è stata la percentuale minima che il giudice dovrà richiedere come base del risarcimento nei confronti di chi ha promosso una querela temeraria. In un primo momento infatti il primo firmatario della legge, il senatore pentastellato Primo Di Nicola, aveva chiesto una percentuale minima non inferiore al 50% della cifra richiesta dal querelante. Il senatore difatti è anche un giornalista che ha vissuto sulla propria pelle una querela temeraria negli anni ’90, ai tempi in cui scriveva per il settimanale l’Espresso: a quei tempi a chiedergli un miliardo di lire per diffamazione fu Massimo D’Alema, così ci ha raccontato lui stesso. Dopo una lunga ‘trattativa’ politica tra le varie forze di maggioranza la percentuale è scesa al 25%. In sostanza, una volta aver verificato l’infondatezza della querela, il giudice deve chiedere un risarcimento danni al querelante che non può essere inferiore al 25% della cifra da lui temerariamente richiesta all’editore e/o al giornalista.
QUEL PASSO MANCATO VERSO LA LIBERTÀ DI STAMPA
La legge sulla lite temeraria, una volta approvata, rappresenterebbe un vero passo avanti verso la libertà di stampa sancita dalla nostra Costituzione. Serve a creare un deterrente contro quella che purtroppo, almeno nel nostro Paese, è diventata una prassi molto usata da molti politici e grandi imprenditori, che hanno a disposizione uno strumento di pressione praticamente a costo zero, per l’appunto quello della querela temeraria. Il Senatore Di Nicola, che abbiamo sentito nei giorni scorsi e che ci ha mostrato una grande disponibilità e cortesia, ci ha garantito che il testo è stato già licenziato dalla Commissione e che la discussione propedeutica al voto sul testo di legge addirittura già calendarizzata per il 16 gennaio, salvo poi essere rimandato all’ultimo momento. Cos’è successo? Di Nicola ci ha consigliato di parlare con il relatore della nuova legge, il Senatore Arnaldo Lomuti, sempre del M5S. Abbiamo chiamato anche lui. Ci ha confermato anche lui, con estrema chiarezza, come si è giunti ad un accordo tra i vari gruppi politici di maggioranza, ma anche spiegato che, forse entro il mese di febbraio, la proposta di legge diventerà legge dello Stato: speriamo sia davvero così.