“Se non si muove nulla, da questa settimana ricomincia la protesta. Non sappiamo ancora in quale forma, ma sappiamo che riparte. Blocchiamo la città e spieghiamo ai romani che la nostra è una questione lavorativa”. Non ha dubbi Angelo Pavoncello, portavoce Ana, Associazione nazionale ambulanti. Dopo giornate di proteste e manifestazioni, la categoria aveva dichiarato uno stop di quarantottore ore, con l’obiettivo di ricevere dal Campidoglio disponibilità circa le questioni poste in merito alla delocalizzazione delle rotazioni e, soprattutto, degli Urtisti.
In ballo l’occupazione di tante famiglie
“Vorremmo avere la cittadinanza dalla nostra parte. Le nostre proteste servono anche a questo. Desideriamo spiegare ai romani che quella che viene loro presentata come una questione di decoro, in realtà è invece una problematica inerente l’occupazione di tante famiglie. E io sono convinto che, quando viene toccato il lavoro altrui, è giusto manifestare solidarietà. Bisogna sempre scendere in piazza per i lavoratori”.
Il danno subito dagli urtisti e dai venditori su rotazione
Secondo l’Associazione, infatti, le ricollocazioni proposte dal Campidoglio avrebbero danneggiato economicamente Urtisti e venditori su rotazione. “Ci hanno rimesso tutti, perché sono stati spostati in nuove sedi che hanno determinato grandi perdite. L’esempio più lampante è il Pantheon, dove i venditori già montavano solo una sosta su tre spettanti per andare incontro all’amministrazione. Ma da lì sono stati spostati a via della Rotonda in direzione di piazza Sant’Eustachio, dove non c’è passaggio di turisti. Un’altra situazione eclatante è quella di via San Gregorio, dove hanno posizionato 36 soste dal lato del Palatino ma, contemporaneamente, hanno tolto i pullman turistici. Con la conseguenza che non passa più nessuno”.
Le richieste dell’Ana
Insomma è tregua armata tra il Campidoglio e la categoria, che rivendica le sue richieste. In particolare, l’Ana chiede alla Sindaca di “sospendere in autotutela tutti gli atti e di fare un’ordinanza nella quale in trenta giorni vengono individuate nuove soste provvisorie. Che non danneggino i venditori e che siano anche in linea con i requisiti richiesti per le postazioni. Se non bastano trenta giorni, può farla di sessanta. Proponiamo un ulteriore piano B, accettando un’ordinanza temporanea affinché i venditori siano posizionati in spazi dove possano montare attivando, nel frattempo, le procedure per cambiare la determina dirigenziale del dipartimento Attività Produttive sul ricollocamento”. E mentre scendono in piazza anche le mogli degli Urtisti, come avvenuto lo scorso 14 gennaio a Santi Apostoli, l’opposizione cerca di toccare palla sulla vicenda. Lo fanno in Regione Italia Viva e Lega con due distinte interrogazioni, per i primi scritta e per i secondi come question time, nelle quali si chiede al governatore di revocare la firma dal protocollo d’intesa firmato in merito tra Comune e Mibact lo scorso novembre. “Basterebbe poco per venirsi incontro”, conclude l’Associazione di categoria. Che certo non sembra disposta a mollare la presa. Tanto da aver bloccato, solo la scorsa settimana, lo spostamento delle rotazioni in via Ferrari e in piazza Vittorio.