LA PROCURA NON CREDE ALLA RAGGI
Secondo l’aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall’Olio, che avevano chiesto la condanna della sindaca a 10 mesi di reclusione, Raggi non fu vittima di “un raggiro ordito ai suoi danni” nelle fasi che nell’autunno del 2016 portarono alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele e allora capo del personale e braccio destro della sindaca, da ufficiale della Polizia Roma Capitale alla guida della Direzione Turismo con un balzo nello stipendio di 20.000 euro. Un raggiro – secondo il tribunale monocratico – ideato dallo stesso Renato e appunto da suo fratello all’epoca alla guida del Dipartimento Risorse Umane. Per i magistrati romani dunque la sindaca Raggi, difesa dagli avvocati Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori, avrebbe commesso un falso: avrebbe mentito all’Anticorruzione del Comune di Roma riguardo quella nomina.
PER I GIUDICI MARRA PARTECIPÒ ALL’ISTRUTTORIA
La prima cittadina era finita sotto processo per aver dichiarato alla funzionaria responsabile dell’Anticorruzione che nella nomina di Renato Marra il fratello Raffaele si fosse limitato a seguire pedissequamente le sue indicazioni senza partecipare alle fasi istruttorie della procedura. Per il giudice, invece, quella della sindaca è stata una “valutazione non richiesta ed errata” perché dall’istruttoria dibattimentale è emerso che in realtà Raffaele Marra “partecipò alla fase istruttoria della nomina del fratello. Il suo contributo è stato fondamentale perché altrimenti quella nomina non vi sarebbe stata”, mentre è vero che lo stesso dirigente “non ha partecipato alla valutazione delle domande e dei curricula e alla decisione sulle nomine perché in effetti dal processo è emerso che ogni valutazione e decisione è stata effettuata in piena autonomia dalla sindaca”. Per il tribunale, in questa vicenda era risultata decisiva la riunione del 26 ottobre del 2016, tenutasi informalmente nell’ufficio di Raffaele Marra “in assenza e all’insaputa di Virginia Raggi”. È in quella sede che “è maturata la domanda” di Renato alla nomina quale Direttore della Direzione Turismo con l’ok dell’assessore Adriano Meloni (estraneo all’inchiesta) alla nomina stessa.
RAFFAELE MARRA CONDANNATO PER ABUSO D’UFFICIO
Nel frattempo Raffaele Marra, per quella nomina poi revocata, è stato condannato dal tribunale di Roma in un processo parallelo a un anno e quattro mesi di carcere con l’accusa di abuso d’ufficio. Una condanna arrivata lo scorso settembre, che si è andata ad aggiungere a quella a 3 anni e mezzo per corruzione legata ai quasi 400mila euro che Marra avrebbe ricevuto nel 2013 dal costruttore Sergio Scarpellini, l’immobiliarista romano ormai deceduto, per l’acquisto di un appartamento a Prati Fiscali poi intestato alla moglie.
RAGGI CONVOCATA SUL CASO “STADIO DELLA ROMA”
Martedì 14 gennaio, inoltre, Virginia Raggi è stata convocata a piazzale Clodio sul caso del nuovo stadio della Roma dal giudice per le indagini preliminari, Costantino de Robbio. Incontro dedicato alla discussione del presunto reato di abuso d’ufficio riguardante presunte irregolarità sull’iter di approvazione dello stadio. In prima battuta, era stato lo stesso giudice a chiedere un approfondimento d’indagine considerando ”l’evidente violazione di legge”. Sul progetto stadio, il Tavolo della Libera Urbanistica, l’associazione romana composta prevalentemente da ex grillini, ha segnalato più volte in Procura, tramite l’avvocato Edoardo Mobrici, il mancato passaggio in consiglio comunale prima delle pubblicazioni delle osservazioni, ma anche le sospette violazioni di legge avvenute in consiglio municipale dell’Eur, per dichiarare il pubblico interesse sulla decisione della giunta approvata solo in seguito anche in Campidoglio.