Presidente, sono passati quasi due anni dalle elezioni che hanno confermato Zingaretti alla guida della Regione. Ci dà un giudizio dell’operato del centrosinistra e della sua attività istituzionale?
“Il risultato elettorale del marzo 2018 ci ha consegnato un quadro inedito, in Consiglio regionale, che ci costringe ad attuare il programma facendo, ogni volta, i conti con i numeri in aula. Sembra paradossale, ma questa situazione ha determinato una produzione legislativa di valore, sia per qualità che per quantità, grazie alla capacità di dialogare e di centrare il merito delle questioni. Personalmente ho cercato di interpretare il ruolo di presidente di commissione in tal senso, puntando sul confronto. Non è un caso, credo, che, in questi due anni, la commissione che presiedo ha approvato, quasi sempre all’unanimità, leggi importanti, alcune ferme da tempo, come diritto allo studio e contrasto al caporalato in agricoltura o, la prima in Italia, quella sulla gig economy, un testo che coglie le opportunità offerte dalle nuove tecnologie nel rispetto dei diritti dei lavoratori in materia di retribuzione, previdenza, maternità, malattia, sicurezza e formazione. La legge a cui tengo di più, frutto del grande lavoro fatto con gli ordini, resta quella sull’equo compenso, che tutela circa 175 mila professionisti del Lazio, riconoscendo loro il diritto all’equo compenso per le prestazioni offerte. E si continua a lavorare sul sistema integrato di educazione e istruzione da 0 a 6 anni, sulla legge per la parità retributiva di genere e sulla legge sulle politiche giovanili, che mi vedono tutte come prima firmataria”.
Lei è presidente della IX Commissione regionale Lavoro, e segue da vicino la crisi della Capitale d’Italia, dove tante imprese chiudono. Cosa sta facendo, al riguardo? A proposito di Roma, riesce a collaborare con la Giunta Raggi?
“Le crisi in corso mettono a rischio migliaia di posti di lavoro, equamente ripartiti tra grandi, medie e piccole imprese. La vertenza principale, senza dubbio, è quella di Alitalia che, solo tra Roma e Fiumicino, coinvolge 9 mila lavoratori. Poi ci sono Mercatone Uno; Auchan, Sia e Simply; la ristrutturazione del colosso Unicredit o le delocalizzazioni di Mediaset, Wind e Sky, nel settore telecomunicazioni. Occorre ripensare il modo in cui le multinazionali vengono in Italia, come operano e come vanno via. Spesso viene meno il codice etico, con i lavoratori licenziati per whatsapp. Proprio per fronteggiare la crisi abbiamo appena approvato un bilancio e una legge di stabilità che stimolano la crescita della nostra Regione mantenendo i conti in ordine e l’equità sociale. Voglio evidenziare alcuni provvedimenti fondamentali come il programma regionale da 20 milioni di euro, per attrarre investimenti, e l’ampliamento del numero delle imprese che hanno diritto alla riduzione Irap, includendo anche gli over 50 disoccupati. È stata poi prevista l’istituzione della nuova Agenzia Spazio Lavoro, per ottimizzare le politiche attive di competenza regionale, con potenziamento del personale dei centri per l’impiego e 3 milioni di euro per la riqualificazione professionale dei lavoratori in cassa integrazione. Per l’economia del Lazio restano determinanti commercio e turismo e, al riguardo, abbiamo licenziato il nuovo Testo Unico sul Commercio e il Piano Strategico del Turismo 2019-2021, per promuovere un turismo sempre più sostenibile e competitivo con le altre realtà regionali. Certo, la situazione di Roma non aiuta, con metropolitane chiuse e strade piene di rifiuti. Purtroppo, però, con la sindaca Raggi, nonostante vi siano state diverse occasioni su temi importanti per la Capitale, non ho mai avuto il piacere di confrontarmi di persona. Penso sarebbe stato più proficuo se alle passerelle extraistituzionali di carattere dimostrativo avesse preferito il dialogo nelle sedi deputate, senza veti, negli interessi esclusivi dei cittadini”.
Nell’ultima seduta di bilancio ha presentato importanti emendamenti, tra cui l’acquisto della casa Lucha y Siesta, al Tuscolano, a Roma. Come si procederà nel concreto adesso?
“Una battaglia sentita da tutto il gruppo di maggioranza e dal presidente Zingaretti, in particolar modo condivisa con la consigliera Bonafoni e l’assessora Giovanna Pugliese, per trovare le risorse per acquistarla noi, come Regione Lazio. Negli ultimi anni, sopratutto a Roma i luoghi delle donne sono sotto attacco e aumentano i casi di violenza, per questo ho presentato emendamento per il fondo di sostegno delle spese legale a sostegno delle donne vittime di violenza e il premio “Colasanti Lopez””.
Diamo uno sguardo alla politica regionale. Tanti i riposizionamenti, tra cui la nascita del gruppo di Italia Viva. Come sono i rapporti con i renziani?
“Rispetto, ma non condivido, la scelta politica di uscire dal Partito Democratico. Detto ciò, questo processo politico non ha prodotto alcun cambiamento, né problemi di coesione all’interno della maggioranza”.
A Roma, tra poco più di un anno, si andrà a votare. Ad oggi spira il vento del centrodestra, ma il Pd a Roma è sempre andato forte. Riprendere il Campidoglio è possibile?
“Per il Partito Democratico, che alle ultime elezioni europee è risultato il primo partito in città, riprendere il Campidoglio è un obiettivo fondamentale. Roma è una città fantastica e, al contempo, complicata. Gli organismi democratici del partito valuteranno tutte le alleanze funzionali al raggiungimento di questo obiettivo. Di certo, il giudizio sull’attuale esperienza amministrativa non può essere affatto positivo”.
Sempre a proposito di Roma, sul tema rifiuti lo scontro tra Raggi e Zingaretti è sempre alto e il rischio di commissariamento della città eterna è dietro l’angolo. Rimane la questione di dove localizzare una nuova discarica. Cosa ne pensa?
“Trovo assurdo che una città con un’estensione come Roma non riesca a chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno dei suoi confini territoriali. Non è immaginabile che Roma, pur tenendo conto della specificità del patrimonio paesaggistico e storico, non riesca a risolvere questa questione. Il Governo della Cosa pubblica è un esercizio di responsabilità, non può certo basarsi sulla fuga e sullo scaricabarili”.
Marco Montini