L’ordine di Sgombero
“Il Vivi Bistrot di Villa Pamphili – spiegano i rappresentanti della società – ha ricevuto un ordine di sgombero per scadenza, a novembre 2015, dei termini della concessione. Quindi legalmente il Comune ha ragione in quanto sono scaduti i termini di affitto. Ma è dal 2015 che, in applicazione della legge (Delibera 140/2015), chiediamo al Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale l’indizione di un bando pubblico per la riassegnazione del bene e abbiamo continuato a farlo con tre appelli (2016, 2018, 2019) indirizzati alla Sindaca Virginia Raggi e agli uffici competenti e da 3 anni la Raggi non risponde. Abbiamo chiesto una estensione temporanea della nostra concessione fino all’indizione di un nuovo bando e la nomina del vincitore, come è giusto che succeda per l’affidamento di un bene pubblico”.
Gli investimenti sostenuti
“Ricordiamo – proseguono– che Vivi Bistrot rientra fra i concessionari virtuosi di immobili pubblici, in quanto ha sempre pagato e sta pagando con regolarità il canone di affitto di mercato senza nessuna agevolazione, richiesto e aggiornato dal Comune pari a 3.550,00 Euro mensili (oltre 550.000,00 Euro versati finora nelle casse di Roma Capitale), ha ristrutturato completamente a proprie spese l’edificio dato in concessione – preso in stato di assoluta rovina, come i cittadini ricorderanno – manutenendolo e sviluppandolo negli anni in modo egregio con investimenti che ad oggi superano – come da documentazione disponibile – i 300.000,00 Euro, ed ha sviluppato iniziative di aggregazione della comunità del quartiere e della cittadinanza tutta, fornendo gratuitamente servizi (come i corsi di yoga) e mettendo a disposizione negli anni altre iniziative sociali (ad esempio i campi estivi per i bimbi) che hanno contribuito a combattere il sempre presente e progressivo degrado di Villa Pamphili, riqualificando quindi il parco”.
Cosa succederà nei prossimi 30 giorni
“Nell’ordine di sgombero, notificato mercoledì 4 dicembre – sottolineano da Vivi Bistrot – ci vengono concessi 30 giorni per lasciare l’immobile, con l’avvertenza che, in caso di inottemperanza, si procederà con lo sgombero forzoso. Saranno licenziati i nostri dipendenti (tutti assunti a tempo indeterminato) ragazzi in gamba e meritevoli, con contrattazione collettiva. Dovremo smantellare in pochi giorni quanto costruito in quasi 12 anni di duro lavoro, di cui non possiamo che essere orgogliosi. Veniamo sgomberati non perché illegali, morosi o inadempienti a qualsivoglia obbligo legale, normativo o contrattuale: fino ad oggi abbiamo puntualmente rispettato qualsiasi obbligo. Veniamo sgomberati perché in quattro anni l’Amministrazione non è stata in grado di scrivere un bando”.