La nuova delibera
Riporta le competenze in materia di occupazione di suolo pubblico all’amministrazione centrale, quindi al Comune e non più al Municipio, compresi naturalmente i piani di massima occupabilità. “Al Campidoglio e all’Assessore Cafarotti ora chiediamo che l’assessorato alle Attività Produttive si doti al più presto di un ufficio di scopo presso il dipartimento commercio, proprio per far fronte alle centinaia di istanze di revisione dei piani che arriveranno. Noi – spiega Mina – siamo pronti con i nostri tecnici e i nostri legali per seguire le istanze, alcune le avevamo già inviate al Municipio e le inoltreremo all’amministrazione centrale. Presenteremo istanze di revisione là dove ce ne siano i presupposti, i requisiti, il cambio di stato dei luoghi per esempio, o dei vizi di forma o degli errori che sono stati fatti nella redazione dei piani. Ci sono stati anche degli errori di valutazione sostanziali, però non c’era uno strumento del Municipio per gestire queste situazioni, l’unica via era appellarsi al Tar e provare a vincere con una sospensiva. Chiediamo un nuovo ufficio di scopo e una nuova commissione tecnica che vada a recepire, accogliere e deliberare poi in giunta comunale le nostre richieste di revisioni”.
Il cambio di competenze
“La scorsa settimana abbiamo assistito ad un cambio epocale di competenze – aggiunge ancora Mina -. I piani di massima occupabilità nati nel 2010 hanno visto ridurre centinaia di occupazioni di suolo pubblico, portando a una distruzione commerciale delle imprese del centro storico. Questo dispositivo purtroppo ha creato una discrasia, una disparità di trattamento sul territorio perché sono stati redatti piani per 160 vie a fronte delle 1.600 vie del centro storico, innescando così una concorrenza sleale tra attività commerciali su strade parallele piuttosto che sulla stessa strada a numeri civici diversi. Abbiamo sempre contestato questa situazione, chiedendo una regolamentazione con regole certe, vere e univoche per tutti. Finora il Municipio I non aveva uno strumento normativo che potesse dare modo, ai ristoratori e a noi come associazione di categoria, di presentare delle istanze per la revisione dei piani di massima occupabilità o progetti di riqualificazione urbana, per andare a integrare l’occupazione di suolo pubblico. Nella nuova delibera del Campidoglio è previsto proprio questo”. Un tema particolarmente sentito nel centro storico perché si tratta, in concreto, di decidere come – e quanto – può essere destinato lo spazio di vie, piazze e marciapiedi contesi tra l’esigenza degli esercenti di poter lavorare esponendo tavoli e strutture esterne e la sensibilità di chi, invece, ritiene più decorosa una via libera.
Un percorso partecipato
“Ci auguriamo che il Campidoglio ci ascolti – conclude – e faremo di tutto per supportare il lavoro del dipartimento commercio affinché si doti quanto prima di questo ufficio e si inizi a lavorare. Quello che chiediamo è un percorso partecipato, con dei tavoli di confronto e con l’amministrazione centrale perché crediamo sia fondamentale lavorare a stretto contatto con chi oggi rappresenta centinaia di imprese del centro storico, che fanno economia e danno un servizio ai turisti”. “Noi siamo cittadini, tutti. Gran parte dei ristoratori vive nel centro storico. Non abbiamo mai alimentato né voluto questa guerra intestina tra residenti e commercianti, è stata creata ad arte dalla politica e da una parte delle testate giornalistiche. Per noi ben venga un progetto per riqualificare le aree inserendo delle occupazioni di suolo pubblico totalmente decorose e di un livello medio-alto, andando a coniugare gli interessi della collettività”.