Roma rischia il caos rifiuti: è il tema politico che tiene banco al Campidoglio e alla Pisana, sede del consiglio regionale, da due settimane. Se non ci sarà entro pochi giorni la svolta, con l’individuazione di una discarica in cui sotterrare i rifiuti non differenziati della Capitale, partirà il Commissariamento. La Regione Lazio detta i diktat al Campidoglio. Subito una discarica, quindi, nella città di Roma e costruita e gestita non da privati. L’altolà di Nicola Zingaretti in veste di governatore del Lazio mette il Campidoglio alle strette, costringendo Virginia Raggi a trovare una soluzione. Da qui la decisione della sindaca di Roma di rivolgere un appello di collaborazione, secondo lei “nell’interesse di tutti”, ai colleghi dell’hinterland. Una missiva destinata in particolare a quei sindaci della provincia che “hanno firmato una lettera per dire ‘no’ a Roma, voltando la faccia dall’altra parte”. “Opponiamoci”, li ha sollecitati la Raggi, “ad un clima di egoismo e chiusura, ciascuno faccia la sua parte”.
COMUNI IN PRESSING: “NON SIAMO LA PATTUMIERA DI ROMA”
Ma davanti alla sindaca c’è un muro eretto dai Comuni vicini alla Capital, eretto dopo che si è diffuso lo spettro dell’emergenza. La sindaca aveva ordinato l’aumento di carichi di rifiuti a Civitavecchia, chiedendo al contempo che la discarica di Colleferro non chiudesse i battenti a metà gennaio, come già fissato dalla Regione. Civitavecchia si è difesa con un flash mob dei sindaci del comprensorio in fascia tricolore. “Un dissenso bipartisan”, ha chiarito il sindaco Ernesto Tedesco, “Siamo indignati”.
RAGGI PUNTA SU COLLEFERRO, LA REGIONE SU UNA DISCARICA ROMANA
Il tema decisamente bollente sarà affrontato nel consiglio comunale straordinario fissato per venerdì 6 novembre. In Aula sono stati invitati anche il governatore Nicola Zingaretti e il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Lunedì 2 dicembre invece si è riunito alla Pisana il secondo dei due tavoli tecnici con il Comune e la Città Metropolitana con l’obiettivo di stilare una lista di luoghi in città idonei ad ospitare impianti di smaltimento e siti di stoccaggio. Ma il nodo resta sempre lo stesso: secondo l’amministratore regionale, che ha emesso anche un’ordinanza con un preciso cronoprogramma a riguardo, Roma deve dotarsi di una sua discarica di servizio, mentre il Campidoglio, stretto da rivolte cittadine ogni volta che si nomina un sito, prende tempo. “La Regione Lazio – attacca Virginia Raggi – intende, di fatto, trasformare decine di cave presenti nella nostra città in vere e proprie discariche, anche superando le norme ambientali”. “Eppure – aggiunge – sarebbe possibile evitarlo se la stessa Regione non avesse deciso di anticipare di un anno la chiusura di una discarica, quella di Colleferro, ancora attiva e capace di ospitare i rifiuti di Roma e di altri comuni laziali”. Di qui, l’appello alla collaborazione e a non erigere nuovi muri.
CITTADINI IN PROTESTA
A Falcognana, sulla via Ardeatina (Municipio IX) l’area più esposta al rischio designazione, intanto monta la rivolta. Come succede da anni nei territori dove si prospetta la creazione di una discarica o di impianti di smaltimento. Vedi Monti dell’Ortaccio, Pian dell’Olmo, Corcolle…
OPPOSIZIONI ALL’ATTACCO
In vista del consiglio straordinario di venerdì le opposizioni, intanto, affilano le armi. Per il capogruppo del Pd Giulio Pelonzi invece “Roma affonda nei rifiuti a causa dell’incapacità della giunta Raggi. La Regione ordina di fare ciò che serve per Roma: fare gli impianti”. “Abbiamo invitato anche Zingaretti e il suo assessore Valeriani”, avverte, invece, il pentastellato Giuliano Pacetti, consigliere portavoce in Campidoglio, “Ci auguriamo che si presentino qui, nella casa di tutti i romani. Se la loro intenzione è quella di fare una o più discariche a Roma devono metterci la faccia”. Il capogruppo di FdI Andrea De Priamo sostiene invece che: “La situazione attuale è una diretta conseguenza del ‘gioco del cerino’ che hanno fatto Pd e grillini”.
Marta Volo