La maggioranza c’è. Ma non il numero legale. Accade in Municipio II, dove alla prima convocazione del voto sul bilancio la maggioranza è andata sotto. Con la facile conseguenza di veder rinviata la discussione, per la gioia delle opposizioni che si sono scatenate. “La Giunta guidata dalla Presidente del PD, Francesca Del Bello, è ormai arrivata al capolinea del suo governo territoriale, vittima dei regolamenti di conto tra le opposte fazioni che compongono quella che fu la maggioranza – tuonano il capogruppo locale di FdI Holljwer Paolo e l’omologo della Lega Andrea Signorini -. La caduta del numero legale per far svolgere il Consiglio in cui si doveva discutere la proposta di bilancio inviata dal Campidoglio è una palese sfiducia alla Presidente”. “Respingo tutte le accuse, l’opposizione fa il suo lavoro ma si tratta di polemiche infondate – risponde la minisindaca Francesca Del Bello dalle pagine de Il Caffè -. Il bilancio è stato approvato il giorno dopo, con nove ore di consiglio e attraverso una discussione lunga e articolata. Se la maggioranza fosse debole come insinuano dalle opposizioni, certo non avremmo avuto modo di sostenere un confronto così lungo e proficuo”. Non è debole, ma va comunque sotto. “Quando è caduto il numero legale – prosegue Del Bello – è accaduto semplicemente perché alcuni consiglieri erano fuori per ragionare su un emendamento che avremmo presentato. Erano nella sala accanto e non hanno sentito la chiamata, tutto qui. Sono situazioni che, a volte, si verificano. Quella sul bilancio è stata una discussione importante per noi, alla quale abbiamo dato spazio e rilievo. I fatti lo dimostrano”. Le cose, però, non sono andate proprio così per i capigruppo di Fdi e Lega, secondo i quali “con uno stratagemma la Lista Civica e Radicali fa allontanare un gruppo di consiglieri Pd per provocare il rinvio della seduta. La lotta intestina che da mesi paralizza l’amministrazione municipale – aggiungono Paolo e Signorini -, scaturita dalla rimozione dell’ex assessore Alemanni, è ormai arrivata al culmine”. E proprio Andrea Alemanni, chiamato in causa, commenta alla redazione de Il Caffè: “Nulla di nuovo. Purtroppo la Del Bello ha fatto tutto da sola. Certificando la conclamata incapacità di governare una maggioranza, rompendo le regole di una comunità come quella del Partito Democratico. Impedire a chi è stato eletto democraticamente, nel tuo partito, di esercitare il suo ruolo è quanto di più scorretto possa esistere. Ha ucciso le regole che la nostra comunità si è sempre data. Se poi lo fai con il primo degli eletti dai ancora di più il segnale di debolezza nella leadership. Aggiungi a questo che due giorni dopo avermi sollevato, come vicepresidente vicario dell’aula è stato votato un esponente di Fdi anche con i voti del Pd. Al posto di un alleato di maggioranza. Vuol dire che non sei in grado di governare l’aula”. “Questo è l’unico dei quattro municipi a guida Pd dove ci sono dei problemi. Se hai una maggioranza così schiacciante e non voti il bilancio in prima convocazione devi riflettere sul perché non sei in grado. È un deficit strutturale e di inadeguatezza. Ha fatto tutto da sola purtroppo. Dal punto di vista politico – conclude l’attuale presidente Pd Lazio -, è ovvio che tra un anno e mezzo il partito farà tutte le valutazioni del caso”. Sta di fatto che, pur con una maggioranza di diciassette eletti, la presidente deve fare i conti con un’opposizione che non arriva solo da destra. E, se i numeri sono dalla sua parte, non è detto che lo siano anche i suoi consiglieri.
05/12/2019