I PUNTI VERDI IN PILLOLE
I Punti Verdi sono i parchi nati nel 1995 per volontà dell’allora sindaco Franceso Rutelli: sono in tutto 66, con una estensione totale di 467 ettari, più di 900 campi da calcio di serie A. Aree abbandonate di proprietà del Comune affidate, con bando pubblico, a imprenditori con doppio compito: primo, realizzare, manutenere e custodire un parco pubblico per metà della superficie loro concessa; secondo, costruire, sullo spazio residuo, strutture private legate prevalentemente al mondo dello sport: palestre, piscine, campi da tennis, calcio e paddle, con annessi ristoranti, bar, beauty center e parcheggi. Lodevole lo spirito dell’iniziativa nata per riattivare l’edilizia, stimolare la nascita di centri di aggregazione promotori di posti di lavoro e di servizi per la cittadinanza. Ma viziata però da ‘peccato originale’: le banche hanno concesso agli imprenditori grosse somme di danaro per costruire gli impianti sportivi, dagli 8 ai 20 milioni di euro per ciascun Punto Verde, con mutui che però non sono garantiti dalla fideiussione degli stessi imprenditori-concessionari, ma dal Comune. In sostanza, in caso di insolvenza a pagare le rate con tanto di interessi sono pertanto i cittadini romani.
CONTO DA MEZZO MILIARDO DI EURO
Dai 66 Punti Verdi si è passati agli attuali 20 aperti, di cui però 12 revocati ad inizio 2017 dalla Giunta Raggi, e 3 formalmente in costruzione. In regola comunque sonosono solo 4. Dal 1995 ad oggi i Punti Verdi si sono trasformati in un buco nero economico dall’ampiezza di circa mezzo miliardo di euro, centesimo più centesimo meno, se consideriamo i circa 200 milioni di euro di mutui ancora da restituire e garantiti dal Campidoglio, gli interessi ventennali e le citazioni in giudizio per danni: per un totale approssimativo di mezzo miliardo di euro. In realtà il danno economico per Roma Capitale potrebbe essere molto più alto, se si calcolano anche i danni patrimoniali per l’incuria in cui versano centinaia di ettari di parchi pubblici. Una vicenda che ha dell’incredibile, tra truffe, malagestione amministrativa e politica, mutui incassati per opere mai realizzate da costruttori furbetti, imprenditori scappati all’estero col malloppo, inchieste della magistratura iniziate e mai concluse e strutture costruite a metà, abbandonate o occupate abusivamente.
LA CONSIGLIERA CELLI INNESCA LA MICCIA
In Commissione ad innescare la miccia è stata la consigliera Svetlana Celli: “il 14 febbraio 2017 – ha sostenuto, mostrando di conoscere bene la vicenda – in aula Giulio Cesare abbiamo votato all’unanimità l’ordine del giorno n.63. Documento con cui abbiamo chiesto alla Giunta di risistemare una volta per tutte la vicenda del Punti Verdi. Sono passati tre anni: con le banche avete rinegoziato i debiti? I Punti Verdi revocati a inizio 2017 che fine hanno fatto? Molti Punti verdi sono in stato di abbandono, perché non avviate nuovi bandi per la loro riassegnazione? Avete indagato su ognuno di essi come vi è stato chiesto dal Consiglio? Quando ci presenterete un resoconto completo e dettagliato della vicenda?”.
GLI IMPRENDITORI: “POLITICI, SIATE SERI E ONESTI”
Alla consigliera Celli ha fatto eco Orlando Galimberti, presidente dell’associazione Punti Verdi Qualità: “L’Amministrazione deve fare tutto il possibile per aiutarci (…) – ha tuonato tra gli applausi dei presenti – ci sono Punti Verdi revocati nel 2017 e ripartiti grazie a strane riassegnazioni: ma dove sono i bandi? Vale la pena fare uno sforzo per rimettere in regola queste aree. Ma anche far ripartire tutti gli altri Punti Verdi ad oggi abbandonati, che sono patrimonio comunale. Vi invito ad avere serietà e onestà. Il tempo non è una variabile a caso. Ci sono imprenditori che pagano stipendi a centinaia di lavoratori. Che pagano regolarmente il mutuo alle banche e forniscono servizi ai cittadini. Avete sul tavolo tutte le carte per risolvere al meglio e in tempi rapidi la vicenda. Muovetevi”, ha concluso.
ANCHE I DIRIGENTI CHIEDONO REGOLE CHIARE
“C’è un quadro diffuso di inadempimenti – ha ammesso con un filo di voce uno dei dirigenti – solo pochi concessionari hanno pagato i mutui. Ed ora il Comune è esposto economicamente. Per risolvere la vicenda una volta per tutte – ha concluso – basta un quadro di regole chiaro”. Questo quadro chiaro però al momento ancora mancano, dovrebbe partorirlo la Giunta.
LO SCARICABARILE
“Noi però non siamo tecnici”, ha provato a controbattere Donatella Iorio, consigliera capitolina e Presidente della Commissione Urbanistica. Ad avviso della Iorio devono essere “gli uffici che devono supportare” l’amministrazione, ossia a prendersi la responsabilità di togliere le castagne dal fuoco alla Giunta. Dichiarazioni che per molti dei presenti – così ci dicono a microfoni spenti – hanno il sapore dello “scaricabarile”. “È la Giunta – continuano – che deve affrontare a muso duro i concessionari insolventi e furbetti e non i dirigenti presenti in aula, che tra l’altro sono gli ultimi arrivati, non responsabili – sostengono – dei decenni precedenti di mala gestione amministrativa e politica”.
LA RICETTA ‘ANTI-TRUFFA’
A offrire sul piatto d’argento alla Giunta Raggi la ricetta anti–truffa per la gestione dei Punti Verdi sono stati due concessionari dei 4 Punti attivi oggi attivi e in regola: “Andate dalle banche – hanno sostenuto all’unisono Carlo Sbrenna, concessionario Punto Verde ‘Parco Kolbe’, e Alessio Zucaro Punto Verde ‘Mattia Battistini’ – allungate la durata dei muti e riaffidate con un bando pubblico i Punti Verdi revocati e quelli abbandonati, in modo da promuovere sana imprenditoria e servizi di qualità per i cittadini”. Notevole anche l’intervento di Sara, del comitato Tiburtina-Pietralata, che da 6 anni gestisce e manutiene con altri cittadini, ma senza concessione, un Punto Verde abbandonato che giustamente pretende di essere considerata parte in causa.
ENTRO GENNAIO IL VOTO
La campanella dell’ultimo giro l’ha suonata alla Giunta Raggi Giulio Pelonzi, capogruppo PD in Campidoglio: “La nostra pazienza è finita – ha tuonato – faremo calendarizzare la delibera entro gennaio. Poi ognuno in quella sede si toglierà la maschera. Dobbiamo risolvere i problemi di cittadini che restano senza servizi e con il patrimonio pubblico ammalorato e gli imprenditori onesti. Se gli uffici sono paralizzati, la Giunta ha i poteri sostitutivi. Ma serve un indirizzo politico chiaro e inequivocabile. Se il Punto Verde è gestito correttamente, bene. In caso contrario, si revochi e rimetta a bando la concessione, come stabilito dall’Autorità Nazionale Anticorruzione”.