Nonostante il pressing del II Municipio nei confronti dell’Amministrazione Capitolina, restano ancora tante le domande senza risposta relative alla sorte del parco Yitzhak Rabin. L’area verde che si trova fra via Panama e Villa Ada, è chiusa al pubblico (per almeno metà della sua estensione) dalla primavera del 2014 a causa di alcuni cedimenti del terreno provocati da cavità sotterranee. Uno studio della Direzione Protezione Civile di Roma Capitale, dell’Istituto nazionale di Geofisica e di Vulcanologia e della Sapienza-Università di Roma, pubblicato a fine 2014, indicava infatti la necessità di un’esplorazione diretta delle cavità, per definirne lo stato e individuare le azioni per il recupero e la riapertura dell’intera area. “Nel dicembre del 2016 – spiega il capogruppo del Partito Democratico Carlo Manfredi – il Consiglio del II Municipio approvò la Risoluzione n. 17, successiva a un sopralluogo della Commissione ambiente, nella quale già si mettevano in evidenza tutti i problemi riscontrati e si chiedeva al Dipartimento S.I.M.U. e al Servizio giardini l’avvio degli interventi per sanare la situazione”. E a tal proposito, nel Piano investimenti triennale 2018-20 di Roma Capitale sono iscritte due opere relative a “Rilievi geognostici e strumentali per la mappatura delle cavità sottostanti Villa Ada e Parco Rabin e riempimento degli ambienti ipogei ad elevato rischio crollo”, per un importo totale di 550.000 euro. “Ad oggi, dai documenti pubblicati dal Dipartimento S.I.M.U. – sottolinea Manfredi – risulta essere stata avviata nel dicembre 2018 la gara per la progettazione della prima opera, per un impegno di spesa complessivo di 13.686,10 euro”. Il rappresentante dei Dem del II Municipio rivela poi che “il mese scorso abbiamo approvato in Consiglio una nuova risoluzione, nella quale chiediamo al Dipartimento S.I.M.U. e al Dipartimento Tutela Ambientale informazioni precise sulle due opere riguardanti il Parco Rabin inserite nel Piano Investimenti, quali altri interventi siano stati eseguiti nel Parco dal 2016 ad oggi, il recupero e la messa in sicurezza della recinzione metallica che delimita l’area del Parco chiusa al pubblico, la rimozione degli alberi e dei rami caduti e del verde spontaneo cresciuto nei pressi della recinzione, la sostituzione delle panchine danneggiate ed il ripristino dei cancelli dell’area giochi presente all’interno del Parco”. “Le condizioni del Parco Rabin – attacca Manfredi – sono emblematiche dello stato generale delle aree verdi e delle ville di competenza comunale e dipartimentale presenti nel nostro territorio. Villa Massimo, parco di competenza dipartimentale, dopo varie vicissitudini è stato completamente riqualificato grazie a un impegno di spesa del Municipio. Dopo la riapertura, avvenuta lo scorso maggio, non è stato rimesso in funzione l’impianto di irrigazione – opera sulla quale il Municipio non ha nessuna competenza né possibilità di intervenire – e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Le uniche aree verdi che vengono periodicamente mantenute sono le 66 aree che il Municipio ha preso in carico nel 2016. Per il resto siamo in attesa che il Comune e il Dipartimento tutela ambientale facciano ciò che loro compete”
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