L’ATTACCO DELLA GRANCIO
“È un modo di fare di quest’amministrazione” ci ha raccontato Cristina Grancio, consigliera capitolina, fuoriuscita del M5S ed ora anche vicepresidente della Commissione Urbanistica del Comune di Roma. “Nascondono gli atti, non mettono neanche noi consiglieri in condizioni di visionarli, nella speranza che l’iter vada avanti senza intoppi. Mi pare assurdo che io debba venire a conoscenza di un atto così importante per la nostra città, come lo è la Convenzione per lo Stadio, da un giornale. Eppure, ho fatto delle richieste formali a cui mi è stato risposto che si tratta di atti non completi e quindi l’accesso può essere negato. Un’assurdità: dovrei aspettare quindi che un atto sia concluso e approvato per poterlo visionare? Ho depositato una denuncia querela nei confronti dell’Amministrazione capitolina e poi mi chiedo: perché è il vicedirettore Generale del Comune di Roma che sta portando avanti il dossier sulla Convenzione, quando è chiaro che si tratta di materie del Dipartimento Urbanistica?”. Il Caffè di Roma ha provato a contattare più volte il dirigente dell’Ufficio deputato a rispondere alla consigliera Grancio, dottor Roberto Botta, il quale ha preferito non rispondere.
CARTE IN REGOLA: “TRASPARENZA SOLO APPARENTE”
Eppure il Campidoglio “casa di vetro” è stato uno dei cavalli di battaglia con cui il Movimento 5 Stelle si è presentato agli elettori: “C’è una trasparenza apparente – ci dice Anna Maria Bianchi, Presidente di Carte in Regola, un’associazione che da sempre si batte per la trasparenza e la legalità – un cittadino che vuole capirci qualcosa in più del progetto dello Stadio della Roma, si trova davanti ad una quantità di elaborati che, sia nel sito web della Regione Lazio che in quello del Comune di Roma, sono stati pubblicati senza alcuna guida e con denominazioni spesso incomprensibili, difficilmente accessibili persino per gli addetti ai lavori. Stiamo parlando di varianti al Piano Regolatore, di opere impattanti per i cittadini che hanno il diritto di essere messi a conoscenza dei dettagli e anche, eventualmente, di poter far presente le proprie obiezioni. Ci verrà riconosciuto questo diritto oppure si saprà tutto quando ormai le decisioni saranno già state prese? Ho apprezzato l’invito che l’Anac ha inviato al Comune e alla Regione – ha continuato la Bianchi – affinché, in generale, il processo che va verso la definizione della Convenzione sia il più trasparente possibile. A nostro avviso dovrebbe essere resa nota la versione finale della convenzione che approderà alle commissioni capitoline, ai municipi e infine in aula per il voto”. La Bianchi ricorda infine che nel 2013 la Raggi, insieme agli altri 3 consiglieri M5S e ad altri consiglieri (PD, SEL e FI), presentò una mozione, poi approvata, per istituire anche a Roma l’Open Municipio, strumento attraverso il quale i cittadini possono conoscere, consultando una piattaforma on line, le decisioni che l’amministrazione è in procinto di prendere. Tutto ciò ha costituito solo belle parole e niente di più?
CARTELLINO GIALLO AI CONSIGLIERI CAPITOLINI
Oltre alla lettera dell’Anac, proprio negli ultimi giorni di ottobre, è arrivata in Campidoglio anche una lettera di diffida di associazioni e comitati di quartiere indirizzata a tutti i consiglieri capitolini qualora firmassero la variante urbanistica al Piano Regolatore, già approvata in Conferenza dei servizi. Le motivazioni sono molteplici: non può essere stipulata la Convenzione senza che la variante sia stata adottata dal Comune e approvata dalla Regione: i terreni su cui dovrebbe sorgere il “Business Park” con annesso Stadio sono ad alto rischio idrogeologico (come vi abbiamo raccontato anche con l’intervista al presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio, Roberto Troncarelli) e quindi con vincolo di inedificabilità assoluta. Gli investimenti previsti per le opere legate al trasporto pubblico e alla viabilità sono, per il momento, assolutamente insufficienti.
ALTRA STANGATA SUL PROGETTO: 20 MILIONI EXTRA DA PAGARE
Come se non bastasse nei giorni scorsi si è conclusa una procedura di controllo voluta dalla stessa Raggi dopo l’inchiesta giudiziaria sullo Stadio. Tra le varie relazioni arrivate sul tavolo della sindaca, però, quella dell’Ufficio Urbanistica lega il parere favorevole all’iter ad un supplemento di circa 20 milioni di euro che l’A.S. Roma ed Eurnova dovranno versare nelle casse capitoline per degli errori sul valore di alcune cubature di proprietà del Comune. Non sono proprio briciole visto che il tempo stringe: con l’inizio di dicembre si aprirà il processone a Luca Parnasi e agli altri 11 imputati, tra politici e tecnici, e sappiamo che la parola “processo”, per i duri e puri del M5S, risveglia istinti giustizialisti che finora sono stati abilmente tenuti sottotraccia. Strano, ma non troppo, visto il peso che ha il tifo in una città come Roma, che gli accertamenti giudiziari siano stati slegati molto frettolosamente dallo Stadio di Tor di Valle come se la (presunta) bontà del progetto e i suoi (presunti) risvolti positivi per la cittadinanza (anche quella di fede non giallorossa) potessero cancellare il fatto che i giudici dovranno esprimersi prima di tutto sul voto che il 22 dicembre del 2014 in Consiglio Comunale approvò l’interesse pubblico dell’opera, voto senza il quale non sarebbe caduto nessun vincolo paesaggistico e non si sarebbe dato il via neanche al più piccolo disegno del futuro stadio. A fronte di tutto ciò, Sindaca, Giunta e Consiglio continuano a mostrare ottimismo, con dichiarazioni che sostengono che lo stadio si farà.
Luca Rossi