Sono le parole con cui il Consigliere della Regione Lazio e responsabile Welfare della Segreteria Nazionale di Azione, Alessio D’Amato ha commentato su X il fatto che a Roma, dal 25 al 29 settembre 2023, presso Casina Valadier a Villa Borghese, verrà ospitato il Saudi Village, una manifestazione dedicata a conoscere arte, colori, sapori, costumi dell’Arabia Saudita.
Si tratta di un evento che nasce nel quadro delle celebrazioni per i 90 anni delle relazioni diplomatiche italo-saudite, ma che sta suscitando numerose polemiche poiché appare alquanto singolare che Roma ospiti un evento volto a celebrare quelli che sono proprio gli avversari della Capitale nella corsa all’Expo 2030, la cui assegnazione avverrà il 28 novembre a Parigi, quando i paesi membri del BIE (Bureau International des Expositions) sceglieranno quella che sarà la sede della prossima Esposizione Universale. Le 3 città candidate sono Roma, Busan (Corea del Sud) e Ryad (Arabia Saudita), ma secondo gli analisti a giocarsi l’assegnazione sarebbero proprio Roma e Ryad.
I sauditi originariamente avevano chiesto di poter ospitare la manifestazione al Circo Massimo, ma l’amministrazione capitolina aveva opposto un rifiuto. A quel punto i sauditi hanno optato per Casina Valadier, una scelta su cui il Campidoglio non ha potuto fare nulla, essendo la gestione in mano a privati.
E così Roma, a 2 mesi dall’assegnazione dell’Expo 2030, si trova ad accogliere il Saudi Village nel cuore di Villa Borghese, uno dei luoghi più rappresentativi della Capitale.
Roma ha sottoposto la sua candidatura per ospitare l’Esposizione Universale del 2030 con lo slogan “Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione e Innovazione”. Una città talmente inclusiva che ospiterà il “nemico”.
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