Anoressia, bulimia e binge eating o disturbo da alimentazione incontrollata, sono la seconda causa di mortalità fra i giovani dopo gli incidenti stradali ma i centri di cura risultano ancora carenti, soprattutto al Centro-Sud con liste di attesa per l’accesso lunghe mesi. Dall’11 maggio finalmente nella capitale c’è il primo centro residenziale per il ricovero, unico nel Lazio, a completamento del precedente ambulatorio per i DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), struttura d’eccellenza già attiva dal 2008 nel padiglione 14 del comprensorio del S.Maria della Pietà, diretta dal Dott. Armando Cotugno. Prima, in caso di ricovero, il servizio sanitario della Regione prevedeva quasi sempre il trasferimento dei pazienti extra-regione con conseguente spesa di danaro pubblico e disagio per pazienti e familiari. Per le sole richieste pervenute dal Centro per DCA di Roma E, da dicembre 2008 ad oggi, la Regione Lazio ha speso circa 500.000 euro.
PRESENTI ZINGARETTI E D’AMATO
Inaugurato dal Governatore del Lazio Nicola Zingaretti, assieme all’Assessore alla Sanità Alessio D’Amato e al Direttore Generale della ASL Roma 1 Angelo Tanese, grazie ad interventi straordinari di manutenzione edile e di impiantistica effettuati per un investimento di circa 500mila euro, il Centro oltre al servizio ambulatoriale e alle attività terapeutiche e socio-riabilitative, offre ora un servizio di residenzialità pubblico che mette a disposizione, in fase di avvio, sette posti letto dedicati a pazienti nella fascia di età 13-25 anni, la più colpita dai disturbi dell’alimentazione e dalle patologie ad essi correlate. Si registra infatti, dal 2018 ad oggi, un vertiginoso aumenti dei casi DCA, con un incremento esponenziale di accesso di minori del 218%, come conseguenza del Coronavirus e delle restrizioni sociali che esso ha comportato.
IL SANTA MARIA DELLA PIETÀ
I Disturbi Alimentari (DA) associati a comportamenti finalizzati al controllo del peso e delle forme corporee, che danneggiano la salute fisica e il funzionamento psicologico colpendo prevalentemente gli adolescenti e la cosiddetta prima età adulta, con un’alta incidenza fra le ragazze rispetto ai ragazzi, si sono infatti acuiti durante la pandemia. “Il centro per i disturbi alimentari di Santa Maria della Pietà offre il primo servizio pubblico di residenzialità, unico nel Lazio e nel centro sud, teso ad assicurare ai cittadini, soprattutto agli adolescenti che soffrono più degli adulti di queste problematiche, un’assistenza terapeutica riabilitativa a 360° e fino alla piena autonomia. – ha commentato Zingaretti – Questa struttura intende aiutare giovani ad affrontare un percorso di cura lunga e spesso molto difficile, che la pandemia degli ultimi anni ha solo aggravato, a causa dell’isolamento a cui siamo stati sottoposti per tanto tempo.”. “ I disturbi del comportamento alimentare sono sempre più diffusi e, purtroppo, si sono accentuati durante il lockdown e nel corso della pandemia a causa dell’isolamento sociale. Con questo centro residenziale pubblico si completa il setting di assistenza prima ambulatoriale poi semi-residenziale e, oggi, anche residenziale.– ha dichiarato l’Assessore Alessio D’Amato –”. “Con l’avvio anche dell’attività residenziale – ha concluso il direttore Angelo Tanese – completiamo un percorso di potenziamento dei servizi per i Disturbi del Comportamenti Alimentare portato avanti in questi anni. In questo modo consentiamo ai ragazzi e alle famiglie di affrontare insieme il percorso terapeutico senza separazioni o viaggi fuori regione”.
L’ASSOCIAZIONE FENICE LAZIO
Presente all’inaugurazione anche l’associazione Fenice Lazio ODV : “Siamo felici di poter continuare a dare volontariamente il nostro supporto alla ASL Roma 1, ai medici, agli operatori e a tutti i genitori dei ragazzi in cura per superare una problematica che impatta soprattutto agli adolescenti.”, ha dichiarato la presidente Daniela Bevivino. Aperto dissenso invece sulla localizzazione del nuovo CDA all’interno del S.Maria della Pietà, da parte della Consulta regionale per la salute mentale, la quale, pur riconoscendo la necessità di un centro residenziale per queste patologie, prima assente nel Lazio, sostiene che il Centro è parte del Dipartimento Salute Mentale e quindi viola la Legge Basaglia (150/78) che vieta il riuso degli ex ospedali psichiatrici per servizi per la salute mentale e “ quindi non può essere accettato riaprire alla residenzialità psichiatrica i padiglioni dismessi.”. Oltre al nuovo centro residenziale dell’Asl RM1, ricordiamo gli ambulatori dedicati ai DA presenti nelle altre Asl romane, come il servizio Disturbi del Comportamento Alimentare della ASL Roma 2, struttura trasversale del Dipartimento di Salute Mentale, o l’ambulatorio di 2° livello valutazione clinico-metabolica per i DA presso l’ospedale G.B. Grassi di Ostia (Asl Roma 3). Il Centro di riferimento della Asl Roma 5 per la diagnosi e il trattamento dei DCA si trova presso la Casa della Salute di Palombara Sabina. Mentre un anno fa è stato inaugurato anche presso l’Ospedale dei Castelli (Asl Roma 6) l’Ambulatorio per i Disturbi Alimentari (ADA), alla presenza dell’Assessore D’Amato, della Consigliera Regionale Eleonora Mattia, del Direttore Generale della Asl Roma 6 Narciso Mostarda e del Direttore Sanitario Roberto Corsi.