Stefano Barone, segretario del Nursind, fa il punto della situazione di pronto soccorso e assunzioni
Condizione degli infermieri e pronto soccorso di Roma e Lazio. Ne abbiamo chiesto al segretario provinciale Nursind Roma, Stefano Barone
Segretario, partiamo dal presente. La scorsa settimana avete denunciato mediaticamente il “sovraffollamento” nei ps del territorio regionale.
“Esatto. Nello specifico abbiamo segnalato la situazione di estremo disagio nei pronti soccorso di Roma e Provincia: in molti DEA di I° e II° livello, ad esempio, abbiamo riscontrato situazioni di grave difficoltà nella gestione dei pazienti in attesa dei posti letto. Il tutto accompagnato da un picco di ambulanze bloccate”.
Una contesto che, come sindacato degli infermieri, non vi aspettavate?
“Passata la fase acuta legata Covid, pensavamo che la pandemia si ponesse come un grande insegnamento al fine di incrementare l’assistenza territoriale e speravamo di non vedere più dei maxi affollamenti nei pronto soccorso, ma cosi purtroppo non è stato. I pronto soccorso, anche dopo tutti i tagli di nastro fatti dai nostri politici regionali, continuano ad essere a tutti gli effetti dei veri e propri reparti di degenza. Questa situazione procura un aggravio di lavoro per il personale infermieristico e medico che deve alternarsi tra i nuovi arrivi e i pazienti in attesa di posto letto, con tutte quelle situazioni di promiscuità e di assistenza precaria figlie di questa disorganizzazione. Ci dicono dalle Direzioni che la pandemia ha impegnato moltissimo la Regione Lazio sia sul fronte dell’emergenza che su quello della vaccinazione, ma pare che il resto dei problemi sia stato purtroppo accantonato e a pagarne le conseguenze sono persone con patologie, il più delle volte gravi, che sono costrette ad aspettare mesi per una prestazione sanitaria per poi rifugiarsi come ultima risorsa in un pronto soccorso”.
Segretario Barone, quale è il punto?
“Il grosso problema insoluto rimane quello di una politica territoriale seria ed efficace con personale competente e preparato, come ad esempio ha dimostrato in questi due anni l’utilissima esperienza dell’Uscar organizzato dalla Regione per l’assistenza territoriale Covid ma che pare verrà smantellato a fine giugno salvo altre deroghe”.
Cosa chiede il Nursind al presidente Zingaretti e all’assessore D’Amato?
“Innanzitutto chiediamo un intervento della Regione con dei provvedimenti d’urgenza che evitino il black-out definitivo dell’emergenza sanitaria per garantire ai cittadini quella qualità di cura nei pronto soccorso che ora non hanno”.