È attesa per quest’oggi lunedì 4 aprile la sentenza della Suprema Corte di Cassazione sul caso Cucchi che potrebbe chiudere un caso aperto dalla morte del giovane nell’ottobre 2009, una settimana dopo l’arresto per droga e il pestaggio subito in una caserma dei carabinieri, alla periferia di Roma. I giudici saranno chiamati ad esprimersi su quello che in primo e secondo grado è stato giudicato un omicidio preterintenzionale, quindi accaduto al di là delle intenzione dei presunti ‘picchiatori’, e per cui i due responsabili del pestaggio, i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, sono stati condannati in Appello a 13 anni. Al maresciallo Roberto Mandolini ne sono stati inflitti 4, per aver coperto i fatti, mentre a Francesco Tedesco che, inizialmente imputato per il pestaggio, durante il primo grado denunciò i colleghi diventando un teste chiave dall’accusa, 2 anni e mezzo per falso. Il sostituto procuratore generale di Cassazione, Tommaso Epidendio, ha chiesto la conferma delle condanne e un nuovo processo «limitatamente al trattamento sanzionatorio» per Tedesco. Per il pg è «un dato certo» che Cucchi «sia stato pestato» e che sia morto per le botte.
04/04/2022