L’ORDINANZA – Varata a fine gennaio da Gualtieri e voluta soprattutto dalle presidenti del I e II Municipio, Lorenza Bonaccorsi e Francesca Del Bello, l’ordinanza in questione infatti si sostanzia nella chiusura entro le 22 nei week end dei piccoli negozi di alimentari; quelli che ci vendono tovaglioli, frutta e verdura, ma anche birra fresca e vino. Si legge infatti nella disposizione: “Chiusura degli esercizi di vicinato del settore alimentare e misto, nelle giornate del venerdì, del sabato e della domenica, dalle ore 22 alle ore 5 del giorno successivo”. Uno dei motivi della sua estensione a quartieri come Tor Pignattara, Centocelle e Tor Bella Monaca è proprio il fatto che questi quadranti sono letteralmente invasi da queste piccole attività commerciali.
LA MALAMOVIDA – I prodromi sono stati i soliti. I quartieri del I e del II Municipio, specialmente Trastevere e san Lorenzo, sono ciclicamente vittima di fenomeni di degrado ad opera di giovani; risse, schiamazzi, intemperanze e violenza, secondo i più dovuti alla possibilità di reperire alcolici fino a tarda notte e a basso costo. Così, pressate dai residenti, le presidenti del I e del II hanno fatto parecchio rumore in ordine al fenomeno, considerando che il tema della riduzione della malamovida era presente a chiare lettere anche nel programma elettorale del Sindaco. Vista la geografia, va da sé che i due Municipi sono i più esposti al fenomeno, e per giorni si sono convocati tavoli, riunioni col Prefetto, con l’assessore alle Attività Produttive Monica Lucarelli, con le associazioni di commercianti per poi attuare un provvedimento dalla dubbia utilità e vecchio di 13 anni.
LA PRIMA ORDINANZA DEL GENERE RISALE AL 2009 E NON HA PORTATO ALCUN BENEFICIO – Già, perché dello scarsissimo impatto di questa ordinanza sulla movida selvaggia ne siamo a conoscenza dal gennaio 2009, quando l’allora sindaco Gianni Alemanno emanò per la prima volta una disposizione anti malamovida: a Campo de Fiori, Testaccio e Trastevere niente alcol dalle 21 dopo che, negli anni precedenti, si era proceduto alla militarizzazione di quartieri come san Lorenzo e quelli del centro storico della Capitale, e al divieto di vendita di bevande in vetro. Tredici anni di repliche sono assai, e abbiamo imparato lo schema: ad ogni episodio di panico sociale sulla movida si va al tavolo per l’ordine pubblico e la sicurezza in prefettura e si emana sempre la stessa ordinanza. Provvedimenti come questo, oltre a non avere effetti reali sulla criticità, rischiano di risultare anche classisti e imperniati sul dato etnico. Soprattutto nel V e nel VI Municipio a gestire quasi totalmente gli “esercizi di vicinato del settore alimentari e misto”, sono infattti nordafricani, bengalesi, pakistani e indiani, come confermato anche dai dati della Camera di Commercio. Altre tipologie di esercizi, come pub e bistrot, non sono invece colpiti dalla restrizione.
A QUANDO L’ISTITUZIONE DEL ‘SINDACO DELLA NOTTE’? – La giunta Gualtieri ha già dato prova di riuscire a superare le criticità con interventi mirati e frutto di uno studio di merito importante. Superare questo tipo di ordinanze, quindi, è un obiettivo. Infatti, già in campagna elettorale il Sindaco aveva promesso un approccio diverso, con l’istituzione della figura del ‘Sindaco della Notte’, un delegato del primo cittadino col compito di occuparsi permanentemente dei fenomeni notturni. È quindi il caso di cominciare a lavorarci?