Per ricoprire i vecchi invasi della discarica di Roma-Malagrotta, la Regione Lazio non utilizzerà terreno vergine, ma gli scarti dei rifiuti indifferenziati prodotti dagli impianti TMB (i frullatori per soli rifiuti indifferenziati) attivi a Roma e nel resto del Lazio, vale a dire la cosiddetta frazione FOS più conosciuta come Frazione Organica Stabilizzata, ossia lo stesso materiale che è stato sotterrato dentro gli invasi stessi. La chiusura dei vecchi invasi è indicata tecnicamente con il termine di ‘capping’ che in inglese significa ricopertura. Per chiudere la discarica più grande d’Europa serviranno centinaia e centinaia di migliaia di tonnellate di terreno necessario a coprire le ex buche ora ricolme di pattume, si stima circa 500mila tonnellate, forse di più. I due TMB attivi all’interno di Malagrotta della società E.Giovi, ossia del monopolista Manlio Cerroni, proprietario di Malagrotta, ne producono circa 120mila tonnellate all’anno. Il TMB dell’Ama di Rocca Cencia circa 100mila all’anno. È quanto filtra dal Governo Draghi e dalla Regione Lazio guidata dal Governatore in quota Pd Nicola Zingaretti.
31/01/2022