“Noi a fine anno abbiamo attuato tre delibere per un totale di 550 milioni di euro di investimenti (ossia i fondi del Pnrr, ndr) che andranno a potenziare la sanità del territorio”. A raccontarlo a ‘Il Caffè di Roma’ è l’assessore alla Sanità e alla Integrazione Socio-sanitaria, Alessio D’Amato che conferma l’impegno della Regione, non solo nel contrasto al Covid, ma anche al fine di assicurare una sanità realmente a misura di cittadino nella cura di tutte le patologie. Ma, di preciso, a cosa serviranno tutti questi soldi? “A rafforzare – ci spiega l’assessore – l’assistenza domiciliare e il rinnovamento del parco tecnologico delle grandi macchine, come Tac, Pet, risonanze magnetiche. Un investimento assolutamente importante, che riguarda la sanità di prossimità, il rafforzamento della rete territoriale e le cure domiciliari”. Un obiettivo ora più fattibile grazie al superamento della lunga e logorante stagione del commissariamento della sanità del Lazio e all’arrivo di una cascata di risorse pubbliche, quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nel Lazio, dunque, previsti 158,5 milioni di euro per le Case di Comunità, 20,1 milioni di euro per le Centrali operative territoriali e 86,4 milioni euro per gli Ospedali di Comunità. A questo si aggiungono 102,8 milioni di euro per l’ammodernamento del parco tecnologico ospedaliero e 180,6 milioni di euro per l’adeguamento antisismico dell’edilizia sanitaria. In particolare, nella Provincia di Roma sono previsti 26 ospedali di comunità, 116 case di comunità e 45 centrali operative. Mentre per quanto concerne i nuovi macchinari sanitari, se ne prevedono 225 nei presidi di Roma e provincia, e 19 nella Asl di Latina, dove sono anche in progetto 18 case di comunità.
CASE DI COMUNITÀ E COT, ECCO LA MEDICINA DI PROSSIMITÀ
Non poteva che iniziare dai territori e dalla medicina di prossimità quindi il cammino che porterà nei prossimi anni i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza nelle nostre città. Come? Partendo dalle case di comunità, che nei desiderata regionali, dovrebbero consentire di potenziare e riorganizzare i servizi offerti sul territorio, migliorandone la qualità. Le Case della Comunità saranno strutture fisiche in cui opereranno gruppi multidisciplinari di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti. Inoltre, al suo interno, potendo contare sulla presenza degli assistenti sociali, dovrà realizzarsi l’integrazione tra i servizi sanitari e sociosanitari con i servizi sociali territoriali, e dovranno, poi, configurarsi quale punto di riferimento continuativo per la popolazione e la strumentazione polispecialistica, anche attraverso una infrastruttura informatica e un punto prelievi, permetterà di garantire la presa in carico della comunità di riferimento. Poi ci sono le Centrali Operative Territoriali (COT), che si pone la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza. Il potenziamento dei servizi domiciliari è, non a caso, uno degli obiettivi fondamentali che la Regione Lazio vorrebbe concretizzare con gli stanziamenti del Pnrr.
Le cure saranno organizzate sempre più direttamente a casa del paziente o in strutture di breve degenza
GLI OSPEDALI DI COMUNITÀ
Altro strumento importante saranno gli ospedali di Comunità, che intendono porsi come strutture sanitarie della rete territoriale a ricovero breve e destinate a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. Tali strutture, di norma dotate di 20 posti letto (fino ad un massimo di 40 posti letto) e a gestione prevalentemente infermieristica, puntano a contribuire ad una maggiore appropriatezza delle cure, determinando una riduzione di accessi impropri ai servizi sanitari come, ad esempio, quelli al pronto soccorso o ad altre strutture di ricovero ospedaliero o il ricorso ad altre prestazioni specialistiche. Inoltre, queste tipologie di ospedali potrebbero anche facilitare la transizione dei pazienti dalle strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio, consentendo alle famiglie di avere il tempo necessario per adeguare l’ambiente domestico e renderlo più adatto alle esigenze di cura dei pazienti. Insomma, il 2022 si è aperto sotto ottimi presagi per la sanità del Lazio, che chiaramente continua a vivere un momento delicato e complesso, ma questi stanziamenti di oltre mezzo miliardo di euro sicuramente fanno ben sperare. Come ha scritto la consigliera regionale in quota Pd, Eleonora Mattia: “Nel Lazio ci lasciamo alle spalle il commissariamento e iniziamo una nuova fase di investimenti che metta al centro la sanità pubblica, i presidi territoriali e le comunità. Grazie a questa importante tranche di 550 milioni del Pnrr la sanità del Lazio sarà coinvolta in importanti interventi di ammodernamento e potenziamento”.