LA CONDANNA DEL GESTO – Immediata la reazione degli esponenti di Fratelli d’Italia, che a proposito di quanto accaduto hanno diffuso un comunicato in cui si legge tra l’altro che “non si può indietreggiare dinnanzi a chi continua a seminare odio. Denunceremo alle autorità competenti questo atto che insulta la memoria collettiva della Città e deturpa un bene pubblico” hanno dichiarato in una nota Roberta Angelilli, Stefano Erbaggi, Alessandra Consorti, Holljwer Paolo e Sandra Bertucci (questi ultimi, neo-eletti consiglieri in Municipio II). Che hanno poi aggiunto: “Chiediamo al sindaco Gualtieri e alla presidente Francesca Del Bello di intervenire, condannando quanto accaduto e provvedendo in tempi rapidissimi al ripristino ed alla pulizia del monumento situato nei giardini di piazza Vescovio, eretto anche come monito contro quel clima di violenza che ha vissuto Roma negli anni di piombo e che ha portato alla morte di Francesco Cecchin e di tanti altri ragazzi”.
FRANCESCO CECCHIN – Francesco Cecchin è infatti una delle vittime del clima di violenza degli anni Settanta: faceva politica nel movimento giovanile missino e, dopo una lunga serie di scontri verbali con i militanti della sezione del Partito Comunista di via Monterotondo, la notte tra il 18 e il 19 maggio 1979 venne aggredito fisicamente. Fu ritrovato sul selciato di un cortile della stessa via, con sul corpo segni evidenti di percosse. Morì il 16 giugno. Alla sua storia, che viene ogni anno ricordata dalla giovane destra (romana e non solo), sono state dedicate diverse iniziative anche culturali, tra le quali uno spettacolo teatrale – “Sera di Giugno”, scritto da Bianca Penna – ed un libro a firma di Federico Gennaccari intitolato “Una morte scomoda”, che ricostruisce con documentata dovizia di particolari sia gli avvenimenti che hanno portato alla morte di Cecchin sia quanto accadde successivamente in sede investigativa e giudiziaria, dove non si riuscì ad individuare (e condannare) un colpevole.
MONUMENTO RIPULITO DA VOLONTARI – A proposito del monumento di Piazza Vescovio, che è stato già ripulito senza attendere l’eventuale intervento di chi di competenza, sono state numerosissime, su facebook, le prese di posizione a volte anche dure di utenti social e cittadini del quartiere. C’è chi sottolinea come si sia trattato di una bravata compiuta da ragazzini che non conoscono la storia, chi dice che gli autori del vandalismo sono vigliacchi e ignoranti e chi, amaramente e gravemente, punta l’indice contro l’esempio di politici e “giornalai” che seminano odio e violenza. Particolarmente significative le testimonianze di chi dice che è “un dolore enorme vedere oltraggiata la stele di Francesco” ed esprime “solidarietà a tutti coloro che credono nel doveroso ricordo nei confronti di chi ha donato la propria vita, per la libertà di pensiero” e quella di uno dei volontari che hanno cancellato la scritta: “La cosa più bella – scrive sui social – è stato il gesto di uno sconosciuto che ha fermato la sua auto praticamente in mezzo alla strada, è sceso, ha lasciato un mazzo di fiori, ha detto grazie e se n’è andato”.