CONSEGNATO L’IMMOBILE AL III MUNICIPIO – L’immobile del Tufello, prima di proprietà di Roma Capitale, è stato ora consegnato al Municipio III. Due anni fa, il 9 agosto 2019, quest’ultimo aveva richiesto lo stabile, per fini istituzionali, all’Ufficio Patrimonio di Roma Capitale per orientarlo a scopi sociali e per concretizzare proprio il programma “Portierato Sociale”. Allo stato attuale dei fatti tutto ciò è stato raggiunto; il luogo difatti, nelle mani del Municipio, verrà destinato al progetto in questione, il quale secondo l’assessore alle Politiche Sociali, ai Servizi alla Persona e alle Politiche Sanitarie nel III Municipio, Maria Romano, sarà teso alla riduzione delle diseguaglianze e delle differenze, alla prevenzione della salute e alla cura del bene comune.
UNA RETE DI RELAZIONI – “La futura, spero in tempi brevi, apertura di un Portierato Sociale è un’azione di notevole rilevanza – riportava Romano in un post Facebook – orientata alla diminuzione delle diseguaglianze e delle differenze, alla prevenzione della salute, alla cura del bene comune”. Dalle parole dell’assessore è emerso che i locali del Tufello, abbandonati dal Comune nel 2017 e da lì successivamente chiusi, rappresenteranno un luogo propedeutico a costituire una rete di rapporti necessari tra cittadini bisognosi di assistenza e i servizi presenti sul territorio. “Un luogo fisico – si legge sempre nel post dell’assessore – dal quale far partire una rete di relazioni necessarie per connettere cittadini in stato di bisogno con i servizi presenti nel territorio e con la comunità per migliorare la qualità di vita del singolo”. La coprogettazione del programma “Portierato Sociale” è stata già avviata dal gruppo di lavoro, istituito con Memoria di Giunta nel dicembre del 2019 e comprendente Associazioni, Terzo Settore, Servizi Sociali Municipali, Sindacati e Asl Roma 1. La fase della coprogettazione servirà proprio a definire gli obiettivi del “Portierato Sociale”, ad implementarlo e a predisporre il numero necessario di risorse umane da impiegare per far funzionare il programma.
UN PROGRAMMA SPERIMENTALE – “Si tratta del primo Portierato Sociale della Capitale – ha dichiarato al Caffè Romano – e costituirà un programma sperimentale che andrà definendosi nella fase di coprogettazione del gruppo di lavoro. Un altro nostro obiettivo come Municipio – prosegue l’assessore – consiste nell’estendere il Portierato Sociale anche negli altri quartieri”. Il progetto in questione si rifà al modello già in atto delle microaree di Trieste che consiste nell’individuare, in un quartiere specifico, un luogo nel quale svolgere attività concernenti la medicina sociale, quella del territorio e in cui creare le condizioni per una collaborazione tra i residenti al fine di sostenere le comunità più fragili e in difficoltà. “Lo stabile del Tufello – conclude Romano – non va concepito come un semplice sportello informativo ma come un punto di incontro per favorire le relazioni sociali, andando pertanto a contrastare la solitudine, condizione che interessa spesso gli anziani e le persone vulnerabili sul piano economico e sociale, tra cui donne sole con figli le quali, nei mesi di lockdown, hanno perso il lavoro”.