IL SACCO DI PIETRALATA – “Qui oggi possiamo tranquillamente parlare di ‘Sacco di Pietralata’, poiché da quasi cinquant’anni si aggrediscono gli immensi spazi verdi presenti in questo territorio – ci racconta lo scrittore Claudio Orlandi – negli ultimi 30/40 anni, le Amministrazioni che si sono susseguite, si sono mangiate tutto il terreno: parliamo di praterie immense, tanto che rinominavo bonariamente questo quartiere come il ‘Vietnam di Roma’. Di tanto verde che avevamo nel quartiere, non si è riusciti ad avere un grande parco pubblico destinato alla cittadinanza. Il Parco delle Acacie si trova a due passi da via di Pietralata, trattandosi di un lembo di terra situato tra via dei Durantini e via Flora. L’ultimo pezzo di foresta locale, considerato come qui gli spazi verdi sono stati tutti cementificati: tra questi, anche i terreni sotto casa mia. Ecco perché ho cominciato una battaglia ambientalista su questo quartiere, dove mi batto per difendere gli ultimi spazi naturali del territorio”.
IL CONCRETO RISCHIO CEMENTIFICAZIONE – “Dal 1994 abbiamo chiesto al Comune di Roma ben dieci aree verdi per il nostro territorio, tra cui l’utilizzo del Parco delle Acacie – ci spiega Francesco Saporito del Comitato di Quartiere Colline e Valli di Pietralata – e purtroppo da queste richieste abbiamo ottenuto solo il Parco Pertini, che oggi però è diventato di fatto uno spartitraffico dopo le scelte politiche condotte dalle amministrazioni di Gianni Alemanno e Virginia Raggi. Il Parco delle Acacie doveva vedere un progetto di edificazione con la Parsitalia della famiglia Parnasi, con la società che però è fallita. Una situazione che ha fatto lasciare a questa realtà edilizia numerosissimi debiti con le banche, in primis con la Banca di Roma. Oggi questa banca si chiama Unicredit, che ha preso gli asset del cliente fallito in cui compare il terreno del Parco delle Acacie. Attualmente, questa realtà bancaria sta cercando un acquirente disposto a comprarsi il terreno, mettere in piedi il vecchio progetto edile e provare a rientrare delle centinaia di milioni d’euro insoluti da Parsitalia. Un disegno urbanistico che vedrà l’installazione in questo punto di palazzi, ma che vorremmo contenere con l’aiuto del Comune per limitare l’impatto sull’ambiente circostante. Possiamo fare purtroppo ben poco, considerato che il Parco delle Acacie è un’area privata e oggi vede la gestione di Unicredit. Nonostante sia stata sempre un’area recintata e chiusa al pubblico, qui rimane l’ultima traccia di foresta del territorio di Pietralata”.