IL TRASFERIMENTO DEL 2002 E L’INIZIO DEL DEGRADO– “Il mercato di Santa Galla è ormai lo specchio rotto del ricordo di ciò che è stato per decenni nello stabile del mercato coperto di Via Passino, ai quali i commercianti ancora appartengono – ci racconta Roberto Gabino di Fratelli d’Italia – io sono cresciuto nel vecchio mercato ed ho vivo nella mente il ricordo dei commercianti, dei loro banchi. Ricordo con piacere quando con mia nonna andavamo la mattina a fare la spesa perché lì era sinonimo di qualità. Una storia che si è interrotta dopo il loro trasferimento, avvenuto ormai nel 2002 al mercato di Santa Galla, con la decadenza e l’abbandono in cui oggi versa. Serrande abbassate e clima di abbandono imperversano, ma che vorremmo tutti si riprendesse per il bene dei commercianti e della zona”.
UNA RIQUALIFICAZIONE MAI INIZIATA – “Purtroppo – continua Gabino – i famosi iniziali 18 mesi necessari e promessi alla riqualificazione del vecchio mercato sono diventati ormai 19 anni, e ad oggi ancora non si vede luce. Dopo i lavori di adeguamento alle norme antisismiche e antincendio, nel 2013 il mercato di via Passino divenne sede del Farmer’s Market, allontanando così ancora di più la flebile speranza di un rientro nella loro storica sede. Per il mercato di Santa Galla non si muove nulla, nonostante i commercianti abbiano anche scritto una lettera per chiedere di avere interventi urgenti di riqualificazione o almeno di essere trasferiti in nuovo in quello coperto. Al momento qui è tutto fermo, sia la riqualificazione dell’attuale mercato di Santa Galla che la gestione di quello coperto di Via Passino, chiuso da quando il Farmer’s Market, in accordo col gestore dell’ex deposito Atac di via Severo, si è trasferito a San Paolo”.
I POCHI COMMERCIANTI RIMASTI LO HANNO FATTO SOLO PER AMORE DEL QUARTIERE – “Chi è rimasto a lavorare al mercato di Santa Galla, anzitutto fa un atto d’amore verso il quartiere della Garbatella e poi i propri clienti – ci spiega Mario, un anziano cliente del mercato – fossi io un commerciante interno a questo spazio, probabilmente sarei già andato via da tempo. Io abito sopra la Circonvallazione Ostiense, sono vissuto frequentando i mercati di questo quartiere. La mattina li sento questi ragazzi scaricare, ammazzarsi di fatica per provare a rendere accettabile questo spazio e dare un servizio efficiente alla propria affezionata clientela. Spiace vedere come questi piccoli gesti non vengano percepiti dalla politica, con annali scarichi di responsabilità tra il Campidoglio e il Municipio. Se uno tenesse conto dello sforzo di questi commercianti e sapesse quali sacrifici bisogna fare per lavorare in un mercato, probabilmente non si mancherebbe così tanto di rispetto a questi lavoratori. Oggi entrare al Santa Galla è una desolazione: sono più i banchi chiusi e fatiscenti che quelli aperti. Nella pratica, si è ucciso un polmone commerciale del quartiere e soprattutto un punto d’incontro per tantissimi cittadini, in primis anziani. Una volta c’era l’abituale chiacchierata col fruttivendolo di fiducia davanti al suo banco, oggi non c’è quasi più nulla di tutto ciò. Solo tanta desolazione, grigiore, zone buie, cantierati e soprattutto un posto senza più anima sociale per il quartiere. Ma dopotutto, non poteva essere altrimenti in un posto dove le condizioni peggioravano col passare del tempo in maniera irreversibile senza interventi di pulizia, decoro e manutenzione”.