La domanda che il Caffè di Roma ha posto:
«Quali sono i punti fondamentali del suo programma
elettorale e gli obiettivi che si propone di realizzare nel caso in cui venisse eletto Sindaco?»
ENRICO MICHETTI: Roma locomotiva, non rimorchio
Roma deve cambiare passo. Ho deciso di candidarmi per questo.
In tutta la mia carriera professionale ho sempre lavorato per i Comuni di tutta Italia come tecnico. I sindaci mi chiamavano per risolvere i problemi. Dai rifiuti ai trasporti, passando per le infrastrutture e le consulenze per le delibere complesse. Ho risolto circa 1200 procedure. Era arrivato il momento di entrare in gioco in prima persona. Roma è la mia città e il mio sogno e sono assolutamente lusingato che tutti i partiti della coalizione di centrodestra abbiano trovato compattezza nella mia candidatura. Il mio obiettivo è restituire alla Città Eterna il ruolo di Caput Mundi. I cittadini che mi fermano per strada, ho avvertito questo bisogno di cambiamento e di restituire alla città la dignità che merita.
Sono tre i punti chiave: decoro, efficienza e sicurezza. Da questi non si pù prescindere.
Poi dovremo risanare completamente Atac. L’azienda dei trasporti dovrà rimanere pubblica, così come Ama. Lo dico chiaramente e nettamente: no alla privatizzazione. Voglio mettere i dipendenti al centro del mio progetto e sui bus, almeno sulle linee strategiche del centro storico, tornerà il bigliettaio. È ora di riportare Roma agli antichi fasti. Serve senso di appartenenza ed ogni cittadino deve poter tornare la nostra città.
Roma deve avere uno sguardo aperto, attento ai bisogni di ogni singolo quartiere e aperto al dialogo con i territori circostanti. È tempo di disegnare una concezione più ampia che faccia riferimento ad un’area vasta, in sinergia e in collaborazione con i Comuni limitrofi come Civitavecchia e Fiumicino per porto e aeroporto, o a Tivoli. Le periferie poi dovranno riconquistare la loro dignità con la creazione di occupazione e servizi: perché se manca questo manca l’ideale di aggregazione e i ragazzi non hanno altro che rifugiarsi, quando va bene, sullo schermo dei loro smartphone. La mia Roma, quando sarò sindaco, sarà una città che tornerà ad esser locomotiva e non rimorchio.
ROBERTO GUALTIERI: la città in 15 minuti, tutto a portata di mano
Innanzitutto, il metodo: il nostro programma è stato scritto da centinaia di esperti e sottoposto alle cittadine e cittadini. All’insegna del “Noi”, perché siamo convinti che Roma non si possa guidare da soli. Il programma è sottoscritto dalle 7 le liste di centrosinistra che mi sostengono: Pd, verdi, socialisti, Roma Futura, sinistra ecologista, Demos, civica. Parliamo di rinascita, perché Roma è abbandonata. Vogliamo che il verde della città più verde d’Europa torni ad essere curato.
Una città per le donne, che supporti imprenditoria e occupazione femminile e faccia sentire le donne sicure.
Una città per i giovani, con spazi di incontro (50 scuole aperte il pomeriggio), di lavoro, di ricerca.
Aiuto alle giovani coppie per i mutui, sostegno ai migliori progetti under 35, un “sindaco della notte” per regolare la movida. Tutto questo ha un costo, ma coglieremo l’occasione del Pnrr, che porterà risorse a Cinecittà, al turismo e alla cultura, al verde, alla scuola, alle strutture sanitarie di prossimità, alla mobilità, alla digitalizzazione. Vogliamo migliorare la qualità della vita, da qui il piano per “la città in 15 minuti”: ciascuno avrà a portata di mano un parco, un presidio socio-sanitario, la fermata del trasporto, la scuola, un centro culturale, un luogo per lo sport, un luogo di co-working.
Il programma ha tre obiettivi. Il primo è la “città che funziona”. Quindi, affrontare la questione rifiuti. Nuovo assetto professionale all’Ama, Patto con i lavoratori, impianti di ultima generazione. Riduzione della Tari in 5 anni, grazie anche alla lotta all’evasione (300 milioni l’anno).
Poi, i trasporti: cura del ferro con nuove tramvie e nuove tratte di metro. Integrazione dei trasporti pubblici e privati su una piattaforma attraverso la quale ci si potrà costruire il proprio itinerario.
Secondo passo, la “città che funziona”: Roma che torna ad attrarre investimenti e a creare lavoro. Che realizza il Rome Technopole con Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre.
Terzo obiettivo la “città che include”, con un’Agenzia per il diritto ad abitare, con 100 aree per lo sport di base.