RIAPRIRE IL PARCO – “Il Municipio VIII chiede che Raggi apra il Parco di Tormarancia”, è questo il testo dello striscione posto all’ingresso dell’area verde da dove è partita la denuncia: “Abbiamo voluto scegliere un emblema dell’immobilismo dell’amministrazione – ha commentato il presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri – il progetto è allo stallo e perfino le aree attrezzate, dove i lavori sono già stati eseguiti, sono chiuse per l’inerzia della Sindaca. Con Roberto Gualtieri e tutta la coalizione di centrosinistra assieme alle associazioni, come Italia Nostra, ai comitati di quartiere abbiamo combattuto e continueremo finché non vedremo la valorizzazione di questo polmone verde”. Roberto Gualtieri ha sottolineato l’importanza di un luogo come il Parco di Tormarancia, dove si intrecciano idee, storie e aspettative: “Il cancello chiuso è l’emblema dell’immobilismo della Giunta Raggi. Qui invece c’è la potenzialità della città, uno sviluppo possibile della qualità della vita e di crescita. C’è la memoria delle battaglie portate avanti da persone straordinarie. Qui c’è Roma che resiste e costruisce – ha commentato Gualtieri – la collaborazione è l’unica strada che abbiamo, non servono solo le proteste ma anche le proposte. Se c’è un merito che riconosciamo alla giunta Raggi è quello di aver sollecitato cittadini ad organizzarsi per il riscatto della città”.
LA REPLICA DEL CAMPIDOGLIO – Alla manifestazione organizzata dal centrosinistra ha risposto l’Assessore capitolino all’Urbanistica, Luca Montuori: “Dispiace che il presidente Ciaccheri continui a raccontare solo un pezzo, il più facile, del problema che stiamo cercando di risolvere per aprire l’AFA 3. Preoccupa che un candidato Sindaco ignori la storia recente della città – afferma l’Assessore – la storia delle Compensazioni urbanistiche”. I diritti edificatori delle aree salvate dalla speculazione urbanistica negli anni Novanta infatti hanno dato vita a quella che viene chiamata “la madre di tutte le compensazioni”. I metri cubi di cemento eliminati da quest’area sono infatti “atterrati” (e moltiplicati) in altre zone spesso periferiche della città. “In particolare la situazione è questa – spiega Montuori – oltre il 50% delle aree sono state già cedute all’amministrazione perché afferiscono a programmi urbanistici il cui iter è in corso mentre la parte centrale dell’area era collegata a un programma di compensazione che “atterrava” per circa 100.000 mc in un’area che poi è stata vincolata”. Sarebbe questo il motivo dei ritardi: “Ora stiamo discutendo con i proprietari delle aree perché non si creino contenziosi per non dover pagare milioni di danni, e al solito rimettendo in ordine problemi ereditati così”.