Covid, avanti tutta. Il 26 aprile il Lazio torna in zona gialla. Ci si potrà sedere di nuovo al bar e al ristorante a pranzo anche se solo all’aperto (l’asporto scatta alle 18), riapriranno tutte le scuole in presenza, ma anche i musei. Ci si potrà spostare nella regione e tra regioni dello stesso colore. Resterà il coprifuoco dalle 22 alle 5. Con oltre un milione e mezzo di vaccini effettuati e la quota 2 milioni sempre più vicina, la regione tira un respiro di sollievo. Dopo due mesi si registrano meno di mille positivi in un giorno.
LA BUROCRAZIA BATTE I VACCINI
La battaglia anti Covid, però, resta tutta aperta. E alcuni aspetti del piano vaccinale non aiutano. Al numero di assistenza per le prenotazioni del vaccino (06.164 161 841) risponde a tamburo una segreteria che invita gli utenti a richiamare più tardi visto che gli operatori sono occupati. In assenza della tessera sanitaria o con tessera sanitaria scaduta la prenotazione è impossibile. E allora si apre un’altra trafila. Un duplicato della tessera si può chiedere online all’Agenzia delle Entrate, ma il servizio non funziona più e al numero verde non risponde nessuno. L’unica alternativa: fare la richiesta di persona alla Asl, dove il primo appuntamento medio è a un mese dalla prenotazione.
SCUOLA SICURA
In compenso procede a buon ritmo il servizio Scuola Sicura che consente a tutte le studentesse e a tutti gli studenti tra i 14 e i 18 anni di effettuare un tampone gratuito in uno dei drive-in, senza bisogno di ricetta. E a Roma è stato aperto un nuovo hub vaccinale, negli studios di Cinecittà precisamente nel teatro dove è stato girato ”Un medico in famiglia”. La situazione complessiva è questa: ci si infetta un po’ di meno, si muore un po’ di più. Eppure l’assessore regionale alla sanità Sergio D’Amato sembra sollevato. O almeno lo era il 19 aprile “Oggi su oltre 8mila tamponi nel Lazio (-3.787) e oltre 5mila antigenici per un totale di oltre 14 mila test, si registrano 950 casi positivi (-177), 38 i decessi (+13) e +1.244 i guariti”, ha annunciato, ”Diminuiscono i casi e le terapie intensive, mentre aumentano i decessi e i ricoveri. Il rapporto tra positivi e tamponi è a 10%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale è al 6%. I casi a Roma città sono a quota 500. Nel Lazio si scende sotto i mille casi in un giorno dopo circa due mesi. L’unico parametro che ancora preoccupa, e non poco, è quello legato ai ricoveri nei reparti di terapia intensiva, che tuttora sono sopra il livello critico fissato dal governo.
VIA AL CERTIFICATO VACCINALE
Dal 19 aprile, intanto, è possibile scaricare i certificati vaccinali dal fascicolo sanitario elettronico, per coloro che hanno completato le somministrazioni con due dosi di vaccino. La reintroduzione delle zone gialle è stata annunciata dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. “Bene Draghi e Speranza su riaperture”, ha commentato il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, ”Si coniugano sicurezza sanitaria e certezza di ripresa. Raccogliamo i risultati dei sacrifici di cittadini, imprese, lavoratori, studenti e famiglie. Il Lazio con RT 0,79 è pronto”.
ATTENTI AI NUOVI SINTOMI
Occhio ai sintomi, però. Queste le nuove avvertenze sanitarie. Congiuntivite, tosse, febbre alta, mancanza di gusto e olfatto. Fino a oggi erano questi i segnali di allarme di un possibile contagio. Il coronavirus, invece, è mutato con le varianti (nel Lazio circolano quella inglese e quella brasiliana), modificando anche il modo in cui si manifesta prediligendo disturbi a livello gastroenterologico. ”Nell’80% dei casi che sono emersi nelle ultime settimane, sembra essere cambiato tutto”, ha spiegato Pier Luigi Bartoletti, vice segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), ”I due turisti cinesi di Wuhan che per primi si ammalarono nel gennaio del 2020 il primo sintomo del coronavirus che hanno manifestato fu la congiuntivite. Oggi sembra sparita”.