IL PROGETTO ED IL NO DEL II MUNICIPIO
Il progetto del Grande raccordo anulare delle bici prevede la creazione di un anello ciclabile lungo 45 km che si snoda in 24 tappe, posizionate nei luoghi tra i più suggestivi della Capitale. Ma sulla 16ma si è accesa una disputa. “Villa Ada è una villa storica e come tale dovrebbe usufruire delle cure speciali delle ville romane che versano in condizioni gravi dovute alla mancanza di cure ordinarie da parte dell’ufficio giardini di Roma Capitale – afferma l’Assessore all’ambiente del II Municipio Rino Fabiano – inserire in un contesto già abbandonato un progetto di attraversamento ciclabile, con ulteriore aggravio dei lavori pubblici all’interno della Villa, è ciò di cui abbiamo meno bisogno in questo momento”. Nella presentazione del percorso si legge che il GRAB “è il progetto partecipato per la realizzazione di un anello ciclopedonale accessibile a tutti” per la realizzazione di “un’opera pubblica utile studiata per migliorare i luoghi che attraversa senza aggiungere volumetrie e cemento in un territorio massivamente edificato”.
I DUBBI DELLE ASSOCIAZIONI
La villa storica, tra le più grandi a Roma, è caratterizzata da una vegetazione ricca e rigogliosa, dove resistono incantevoli specie arboree tra cui lecci, querce da sughero, palme, pini, estesi in ampie zone boschive popolate da scoiattoli, conigli, ricci e varie specie di uccelli che hanno fatto della Villa il loro habitat naturale. Lorenzo Grassi dell’osservatorio Sherwood ha pertanto sottolineato che “Il GRAB per definizione deve essere una ciclovia scorrevole, regolare, larga e senza ostacoli, mentre qui (a Villa Ada ndr) stiamo passando dentro un’oasi, una delle foreste urbane più grandi d’Europa. Per questo si dovrebbe fermare sulla soglia e far proseguire il tracciato principale lungo percorsi esterni al parco”. “Abbiamo sempre cercato un dialogo con i progettisti con spirito costruttivo – aggiunge – siamo ciclisti anche noi”. I viali alternativi proposti dall’Osservatorio si allaccerebbero ai tracciati già esistenti, come la ciclabile di via del Foro Italico e viale della Moschea, permettendo “una connessione anche con l’Auditorium Parco della Musica e con la ciclabile a Ponte Milvio”.
UN PROCESSO CHE DOVEVA ESSERE PARTECIPATO E CHE NON LO E’ STATO
Proposte che rischiano di restare inascoltate per via del mancato coinvolgimento di molte Associazioni e dello stesso Municipio nell’elaborazione del progetto GRAB, avviato nel 2016. “C’è uno scollamento enorme tra la Giunta comunale che vuole mandare in esecuzione questi progetti e la base di cui facciamo parte – riprende l’Assessore Fabiano – Il municipio non è stato coinvolto: se era davvero un processo partecipato ci saremmo seduti al tavolo di progettazione dal primo minuto”. Contraria al passaggio della ciclovia nella Villa anche Italia Nostra, che tuona: “Nelle Ville storiche non possono passare piste ciclabili, quindi l’ipotesi che il GRAB abbia un tracciato dentro villa Ada è da rifiutare senza appello. Il Piano di utilizzo della Villa approvato l’11 marzo del 1999 prevede esclusivamente percorsi naturalistici, didattici e pedonali. Quindi, nessuna pista ciclabile deve passare per Villa Ada”. Nessuna replica giunge finora dai progettisti del GRAB, a parte una velata polemica: “Non commentiamo. Fateci dire però che siamo sorpresi di come alcuni riescano ad essere così assertivi senza aver mai visto (voluto vedere) il nostro progetto e quali obiettivi si propone”. Agli esclusi dalla costruzione del “progetto partecipato” verrebbe da dire: in che modo, e partecipato… da quando?