Quattro stanieri sono finiti in manette perché gravemente indiziati di essere gli aguzzini di una giovane ragazza rumena letteralmente venduta, come se fosse una schiava o un oggetto, e poi costretta a prostituirsi nel quadrante est di Roma sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. In manette è finita anche una donna, connazionale della vittima, che secondo gli inquirenti l’avrebbe appunto “comprata” per la somma di diecimila euro e l’avrebbe poi inserita in un giro di prostituzione in zona Prati Fiscali.
VENDUTA DAL FIDANZATO E COSTRETTA ALLA PROSTITUZIONE
Tutto inizia quando la madre della ventenne, nell’estate del 2019, si è presentata alla Stazione dei carabinieri di Tuscania (VT) denunciando la scomparsa della figlia. Ai carabinieri ha raccontato di avere scoperto che la ragazza era stata portata dal fidanzato prima in Inghilterra e poi in Romania, e di essere venuta a sapere che, una volta fatta tornare in Italia, veniva costretta a prostituirsi nella zona nord-est della Capitale.
Il Nucleo investigativo dei carabinieri di Viterbo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha ricostruito quanto accaduto alla giovane. Il fidanzato l’avrebbe fatta tornare in Italia e poi venduta, per 10.000 euro, a una donna rumena che, nella Capitale, gestiva la prostituzione di diverse ragazze straniere, soprattutto moldave e rumene.
Per “liberarsi”, la ventenne – che tra l’altro avrebbe un leggero deficit cognitivo – veniva costretta a prostituirsi per strada giorno e notte, al fine di “riscattare” la somma pagata al suo fidanzato dalla sua aguzzina. Veniva anche costretta ad assumere droga prima di andare in strada a prostituirsi. Quando non lavorava, veniva segregata in casa e sottoposta a innumerevoli vessazioni.
UN CLIENTE SI INNAMORA DI LEI, POI LA FUGA
A un certo punto un cliente della giovane donna, che se ne era innamorato, aveva anche tentato di salvarla ma la sfruttatrice e i suoi complici avevano preteso da lui 8.000 euro. Al rifiuto di pagare, l’uomo è stato minacciato e costretto a scappare.
Ma a quel punto il desiderio di libertà della giovane, venduta per soldi, era diventato incontenibile. La ragazza è riuscita a scappare con l’aiuto di un connazionale e a fare ritorno a casa della madre, a Tuscania, dove i carabinieri le hanno garantito tutela e sostegno.
PROSTITUZIONE A PRATI FISCALI E COCAINA A DOMICILIO
Le indagini sono andate avanti ricostruendo il giro di prostituzione gestito dalla sfruttatrice rumena, da un connazionale e da due complici albanesi. Le ragazze venivano generalmente fatte prostituire per strada, lungo via dei Prati Fiscali, mentre durante il lockdown l’attività si è spostata in appartamento o a casa dei clienti, pubblicizzando le prestazioni su siti internet.
Secondo quanto ricostruito, i quattro gestivano nella Capitale anche una fiorente attività di spaccio di cocaina. Un giro d’affari importante: grazie alla prostituzione riuscivano a incassare anche 600 euro al giorno, mentre per la droga più del doppio: circa 1.500 euro quotidiani. Uno dei soggetti indagati si sarebbe anche reso responsabile di una rapina commessa nel febbraio 2020.
GLI ARRESTI
Nella giornata di ieri i carabinieri hanno arrestato, su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Roma, quattro stranieri gravemente indiziati, a vario titolo, dei delitti di riduzione in schiavitù, tentata alienazione di schiavi, tentata estorsione aggravata, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, cessione di sostanze stupefacenti.
Si tratta di T.D., la 44enne rumena accusata di aver pagato per la ragazza venduta dal fidanzato e per la gestione del giro di prostituzione; K.G., 40enne albanese; K.E., 27enne albanese; M.B., 20enne albanese. Arrestata anche S.V.A., 21enne rumena, compagna del 27enne albanese trovata in possesso di 50 grammi di cocaina divisa in 9 dosi. Gli indagati sono stati portati presso le carceri di Viterbo, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre la ventunenne rumena oggi verrà processata a Roma con rito direttissimo.