Musicisti, attori e danzatori impegnati in una performance collettiva all’aperto, proprio nel cortile dei lotti tra via Morrovalle e via Corinaldo, in una delle zone più degradate della città ma che allo stesso tempo è un simbolo della lotta per il diritto all’abitare. Questa la rappresentazione itinerante andata in scena domenica 28 febbraio ad opera del Centro Popolare san Basilio al grido di ‘Affacciati alla finestra SanBa’, col doppio obiettivo di dimostrare che anche a san Basilio, come in tutte le periferie, si può fare teatro e che i lavoratori dello spettacolo non vanno abbandonati, dato lo sfondo della pandemia da Covid 19. Un tripudio di colori, suoni, racconti e danze, dunque, anche al fine di allietare i residenti dopo mesi di restrizioni, peraltro ancora in essere. Decine le persone affacciate alle finestre ad assistere alle performances delle dodici compagnie teatrali intervenute, dopo che già nelle scorse settimane il Centro Popolare di via Girolamo Mechelli aveva inaugurato la manifestazione con un flash mob in piazza della Balena.
FARE CULTURA IN PERIFERIA SI PUÒ – Dice Fabrizio Esposito a nome di tutte le compagnie a margine dell’evento: “Questa città non può essere solo il centro e il Colosseo, ma è anche borgate e luoghi simbolo, come quelli raggiunti il 28 febbraio e che rappresentano la storia di san Basilio”, aggiungendo che: “È stata una iniziativa importante perché ancora una volta abbiamo dimostrato che si può fare cultura nella periferia romana. Il teatro non è solo uno svago, ma è di vitale importanza e può dare valide alternative se finanziato pubblicamente”. Sui social il Centro Popolare san Basilio fa sapere che: “Non è facile trovare le parole giuste per descrivere l’atmosfera magica che si è creata. In tanti quartieri oramai si vive rinchiusi dentro casa, gli spazi di socialità e di incontro sono sempre di meno, già da molto prima della pandemia. Lo spazio pubblico è vissuto come una minaccia e ci rifugiamo dentro casa per trovare un angolo di sicurezza, al riparo dal caos del mondo là fuori”. Gli attivisti, rispetto alla loro idea di città, sottolineano che: “La città come la immaginiamo noi, invece, è completamente l’opposto. Uno spazio pubblico. In comune. Al servizio della collettività, dei bambini e delle bambine. I quartieri sono di chi li abita e le istituzioni si devono mettere al servizio degli interessi popolari perché tutti i quartieri hanno uguali diritti e dignità”.
UNICA PECCA, L’ASSENZA DELLE ISTITUZIONI – Sull’iniziativa interviene anche la politica, con Giorgio Squilloni di Potere al Popolo: “Ringraziamo il Centro Popolare e tutte le realtà che hanno partecipato all’iniziativa. Vorrei ringraziare anche le istituzioni ma sono assenti perché hanno completamente dimenticato la cultura dell’arte, dello spettacolo e dell’aggregazione sociale”. Il membro del tavolo cultura di PaP ha poi aggiunto: “I quartieri periferici sono diventati dormitori dove le iniziative, ormai, vengono messe in campo solo dalle realtà sociali”. Soddisfatti i cittadini che hanno assistito alle performances, come prevedibile. Perché se centro e periferia, ad oggi, sono realtà immaginate, allora tramite l’immaginazione la città può migliorare. Così come la qualità della vita dei cittadini.