LA GESTIONE DIRETTA – Il modello di autogestione delle mense scolastiche nasce con una disposizione comunale del 1979 ed è stato rielaborato e perfezionato nel tempo. Con tale disposizione venivano indicati due modelli di ristorazione: il primo centralizzato, gestito dal dipartimento competente, il secondo gestito direttamente dagli istituti scolastici; ogni Municipio aveva la possibilità di scegliere. “L’autogestione ha permesso alle scuole di migliorare la qualità del servizio tramite il controllo diretto nell’erogazione del servizio stesso – afferma il consigliere municipale della Lista Civica Caudo Presidente Luigi Maio che ha presentato la delibera – ed ha permesso di ottenere un risparmio economico da poter reinvestire in progetti scolastici, piccole manutenzioni ed acquisti di arredi. Nonostante questo la disposizione dell’assemblea capitolina del 2 maggio 2017 in materia di ristorazione scolastica ha stabilito che da luglio 2020 l’unico metodo di gestione delle mense scolastiche sarebbe stato quello dell’appalto centralizzato, motivandolo con presunti risparmi derivanti dalla gestione unitaria”. “L’Asal (Associazione scuole autonome Lazio n.d.r) in più occasioni ha espresso il suo dissenso riguardo l’eliminazione dell’autogestione – continua Maio – ed anche le famiglie dei bambini hanno protestato. Senza considerare che sono circa 500 le figure professionali che lavorano nella ristorazione scolastica che rischiano di perdere il proprio posto con l’ingresso di nuove ditte vincitrici. Per questi motivi il consigliere Corsetti propone di revocare la delibera dell’assemblea capitolina del maggio 2017 nelle parti che vanno in contrasto con la presente decisione.”
IL RESIDUO ATTIVO – “Nel sistema dell’autogestione alla ditta appaltatrice vengono consegnati i soldi dei pasti effettivamente consumati – spiega Francesca Farchi (LCCP) – per cui gli importi versati dai genitori non usufruiti dai bambini costituiscono un residuo attivo che resta a disposizione delle scuole e possono essere utilizzati per migliorie o progetti didattici. Tuttavia il Dipartimento e la Ragioneria hanno dato parere sfavorevole”. “Personalmente non sono contraria – conclude l’esponente del Movimento 5 Stelle Daniela Michelangeli – ma avendo questa delibera parere sfavorevole di entrambi i Dipartimenti competenti non credo avrà seguito in Comune; infatti è contraria al piano triennale del riequilibrio finanziario del bilancio di Roma Capitale (che deriva da una legge del 2014) e che prevede azioni, come la centralizzazione delle mense scolastiche, in direzione del riequilibrio del bilancio stesso”.