Assalivano viaggiatori o passanti soli, aggredendoli e rapinandoli, perlopiù nella rete di sottopassaggi che si districano sotto la stazione Termini. La scia di colpi messi a segno nello scalo ferroviario della Capitale è stata interrotta grazie a una spedita attività d’indagine dei carabinieri della Compagnia Roma Centro, che hanno decapitato una banda di rapinatori grazie ai fermi di due degli “operativi” del branco. A finire in manette sono stati un cittadino egiziano di 20 anni e un cittadino tunisino di 23 anni, entrambi nella Capitale senza fissa dimora e con precedenti.
Un’importante svolta nell’attività dei militari è stata segnata dalla denuncia di un ragazzo di Anzio di 20 anni, che ha fedelmente descritto, oltre alle circostanze della rapina che aveva subìto, alcuni dei componenti del gruppo che lo scorso 27 gennaio gli sbarrò la strada del sottopassaggio che collega Termini a piazza dei Cinquecento.
Il giovane ha raccontato ai carabinieri che dopo essere stato affrontato dal branco – composto da giovani verosimilmente nordafricani, alcuni “armati” di bottiglie di birra – e preso a pugni al petto, era stato derubato del cellulare e di una catenina che portava al collo. Poi ha dato una dettagliata descrizione dei malviventi con cui era entrato più a stretto contatto.
Grazie agli elementi forniti dalla vittima, la mappatura delle telecamere installate nell’area della stazione Termini e lungo le vie di fuga indicate e l’analisi delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza, i carabinieri sono riusciti a stringere il cerchio su due giovani – il 20enne egiziano e il 23enne tunisino – considerati esecutori materiali sia dell’aggressione fisica, sia della rapina. I predoni sono stati individuati e sottoposti dai carabinieri a fermo di persona gravemente indiziata di delitto mentre si aggiravano ancora nel loro “terreno di caccia”, la zona di piazza dei Cinquecento. Sono tuttora in corso ulteriori accertamenti, sia sul loro conto, per verificare l’eventuale coinvolgimento in analoghi casi di rapina, sia per identificare i loro complici.