“Italia Viva sta crescendo e subito dopo la tornata elettorale che ha visto eleggere numerosi consiglieri e nominare diversi assessori nelle Giunte, si è reso necessario definire una struttura. Struttura, però, non basata su vecchie logiche dei partiti con la periodica corsa alle tessere e tentativi di scalate alle segreterie. Una struttura basata sulle competenze, con la nomina dei responsabili dei cantieri del futuro, scelti sulla base delle loro esperienze e capacità. Ma anche una organizzazione nuova con la progressiva nomina dei coordinatori comunali, rigorosamente una donna ed un uomo, scelti da me e dalla mia collega coordinatrice Ileana Piazzoni, tenendo conto delle loro capacità, integrazione sul territorio e valore personale. E devo ammettere che sono tante le adesioni che giungono dai territori, come, ad esempio, quelle dell’ex sindaco di Artena, Erminio Latini e dell’assessore di Lanuvio, Alessandro De Santis”.
Roma e le elezioni comunali 2021, come valuta il caos intorno al candidato del centrosinistra? Cosa ne pensa del nome di Carlo Calenda?
“Italia Viva ha già espresso il proprio sostegno alla candidatura a Sindaco di Carlo Calenda. Confido che il centrosinistra abbia un sussulto di dignità e faccia una scelta in difesa dei cittadini della Capitale d’Italia. E non contro di loro. Già, perché sostenere Virgina Raggi nella logica di un accordo nazionale rappresenterebbe, dopo quello che ha dimostrato la sindaca in questi anni, un imperdonabile schiaffo ai romani”.
Andreassi, nel 2021 – pandemia covid permettendo – tanti i comuni della provincia che andranno al voto. Come sta operando Italia Viva con gli alleati? Ovviamente i tavoli sono sempre quelli del centrosinistra o abbiamo eccezioni?
“Partiamo dalle certezze. Italia Viva è e sarà sempre dalla parte opposta dei populisti. Pertanto, ci troverete sempre dall’altra parte rispetto a Movimento 5 stelle e Lega che incarnano la quintessenza del populismo e dell’assenza della politica. Partendo da questo assunto, nei territori della provincia capitolina, lavoriamo insieme a tutti coloro che riescano a mettere in campo proposte serie e innovative, che sappiano tenere insieme la concretezza della buona amministrazione quotidiana con la capacità di accompagnare le città verso il futuro. Spesso abbiamo trovato questa visione nelle coalizioni con il Partito Democratico. Penso ad Albano Laziale, dove sono vicesindaco, o a Genzano di Roma dove siamo tornati a vincere le elezioni dopo l’infausta parentesi a cinque stelle. Ma non ci sentiamo vincolati ad un accordo a tutti i costi. Lì dove la convergenza sulle idee non è stata possibile, abbiamo contribuito a costruire coalizioni civiche, che talvolta riescono a esprimere meglio le esigenze di rinnovamento di persone e programmi. Penso a Frascati con il nostro Sindaco Mastrosanti ma anche a Rocca Priora e Rocca di Papa. Relativamente alla tornata prossima, posso annunciare, intanto, l’accordo col Partito Democratico per sostenere la candidatura a Marino di Gianfranco Venanzoni. Nei tanti altri comuni, invece, siamo ancora in fase di verifica dei progetti e delle possibili convergenze”.
Sempre in tema di elezioni romane, tra gli argomenti da campagna elettorale ci sarà senza dubbio la questione dei rifiuti a Roma e nel Lazio, di cui lei ha spesso parlato. Ma davvero il problema dei rifiuti a Roma non ha soluzione?
“No. Nella maniera più assoluta. E sono profondamente indignato sulla rassegnazione che un certo tipo di politica vuole trasmettere ai cittadini. Come se la complessità della Città impedisca una soluzione. Bene, è falso”.
Riesce in tre punti, allora, a dirci come affronterebbe la problematica dei rifiuti nella Capitale?
“Primo punto: impiantistica leggera, non inquinante, integrata nel contesto del quartiere al fine di valorizzare le frazioni merceologiche provenienti dalla raccolta differenziata. Perché la raccolta differenziata è assolutamente essenziale ed il cardine di ogni progetto di senso nella gestione dei rifiuti ma continuare a parlarne senza una programmazione impiantistica è ottuso, inutile e dannoso. Punto secondo: è necessario definire una suddivisione del territorio in distretti omogenei all’interno dei quali scegliere la forma di differenziazione dei rifiuti più idonea alla tipologia di area. Pensare di trattare Prati come Tor Bella Monaca è sbagliato. Fortunatamente siamo nel 2020 ed esistono tecnologie adeguate alle varie situazioni. Infine, ultimo punto: risoluzione dell’equivoco AMA. Bisogna prendere una decisione definitiva. Se si sceglie di avere come interlocutore un soggetto pubblico, ed io penso che sia la scelta giusta da fare perché credo che sia un settore in cui si debba perseguire la qualità del servizio ai cittadini e non l’utile, lo si deve mettere però nelle condizioni di sopravvivere facendogli gestire situazioni che producano reddito. Gli impianti per esempio. C’è quindi bisogno di un’AMA molto diversa da quella attuale”.