OPERATORI IN PROTESTA
”La questione è sul tavolo di Ama e del Comune da diverse settimane – ha attaccato la confederazione del comparto funerario italiano -. Consentire la cremazione in impianti di altre città per superare l’intasamento crematorio romano dovuto non solo al consistente incremento della mortalità legata alla pandemia Covid-19, ma soprattutto a una cattiva gestione cimiteriale ad opera del concessionario”. ”E’ noto”, ha precisato il presidente nazionale di Federcofit, Christian Vergari, ”che le condizioni essenziali per lo sblocco sono la sospensione dei balzelli, di oltre 430 euro a salma, imposti dall’amministrazione, assurdi e di dubbia legittimità. Ma anche l’accelerazione delle autorizzazioni di competenza dell’Ufficiale di Stato civile del Comune. Anche perché, dopo oltre quindici giorni di attesa nei depositi cimiteriali contravvenendo alle disposizioni emergenziali vigenti, il trasporto di feretri rappresenta un gravissimo rischio per la salute pubblica”. A sorpresa la novità che fa presupporre un’apertura sul tema è arrivata con una nota di Ama martedì 11 gennaio: ”Il dipartimento tutela ambientale ha comunicato l’approvazione della delibera di giunta che dispone la sospensione della tariffa per le cremazioni fuori impianto Flaminio fino al 31 gennaio 2021 e comunque fino a cessata emergenza sanitaria”.
“SITUAZIONE INSOSTENIBILE” ‘
”L’incapacità di Ama di provvedere ai vari servizi cimiteriali non dipende dalla pandemia”, contesta il gruppo capitolino del Pd guidato da Giulio Pelonzi, ”Il trend delle cremazioni è in aumento da 10 anni ma questa amministrazione oltre a non avere dato corso alla possibilità di evadere una domanda crescente, ha gettato nel degrado più completo i cimiteri della capitale. Nella delibera di giunta dell’agosto 2017, era stabilita la costruzione di quattro nuovi forni e non è stato fatto nulla. Tentare di nascondersi dietro l’emergenza Covid 19 è veramente deplorevole e soprattutto irrispettoso del dolore di tante famiglie romane”. ”La verità”, precisano le consigliere del Pd capitolino Valeria Baglio e Ilaria Piccolo, ”è che oltre alle emergenze quotidiane dei rifiuti, delle buche e del trasporto pubblico cui sono costretti a fare i conti i vivi, l’amministrazione Raggi complica anche la morte per i defunti”.
COSTI ALLE STELLE
Intanto solo al Flaminio resta la possibilità di acquistare loculi, in genere, concessioni risalenti a trent’anni fa non rinnovate dalle famiglie, quindi in condizioni tra il fatiscente e il non ottimale vendute al prezzo di mercato attuale. Il salasso del vecchio loculo, insomma. ”Il risultato: Roma è l’unico comune in Italia che per concedere una cremazione impiega in media trenta giorni”, spiega un operatore funebre di Cinecittà, ”Creando non solo supplizi ulteriori alle famiglie dei defunti ma gravi problemi sanitari agli operatori. Le bare per le cremazioni non sono zincate e quindi soggetti a scolamento. Ma non solo. Roma ha un altro primato: impone per il trasferimento una tassa di istruttoria di 250 euro più spese aggiuntive per i diritti, che fa superare il tetto di 400 euro, ora sospesa solo per pochi giorni. Portando i costi di una cremazione fuori mercato, a circa 1.200 euro, in un momento sociale di grave difficoltà. E allora si riempiono le camere mortuarie. E talvolta alcuni sarcofaghi vengono allocati all’aperto, esposti alle intemperie”. ”Negli altri Comuni”, precisa un’altra operatrice, ”le pratiche autorizzative per le cremazioni variano tra l’autorizzazione immediata a un arco massimo di 48 ore. Non ci sono costi aggiuntivi e l’atto della cremazione costa almeno 120 euro in meno, sui 600-650 mentre a Roma si attesta sugli 800. Ma la vera vergogna sta nel mancato rispetto dei defunti: non esaudire la loro volontà”’.
AMA: “NESSUN CAOS”
Ama da parte sua frena sostenendo che la situazione è sotto controllo. ”Le attività cimiteriali”, assicura in un comunicato, ”sono assicurate e pertanto non si registra alcun collasso o caos”. L’ingolfamento, insomma, si assicura che sarà smaltito. Il picco dei decessi intanto non si arresta. Tra gli ultimi dati: da ottobre al 20 dicembre, in città, si sono registrati 9.349 decessi contro i 6.496 dell’analogo periodo del 2019, con un aumento di 2.853 in 80 giorni. L’impegno delle strutture di AMA – Cimiteri Capitolini è massimo. A differenza di altre grandi realtà italiane che hanno sospeso l’attività crematoria fino ad inizio del 2021 vedi la chiusura del crematorio di Lambrate a Milano, AMA – Cimiteri Capitolini, d’intesa con Roma Capitale, ha mantenuto attive le linee crematorie”.