Un tema caldo che ha incassato due novità: l’apertura di Anm, il sindacato dei colleghi togati, a dare riconoscimenti ai vpo storici, e un comunicato di solidarietà del presidente vicario del tribunale di Roma Antonino La Malfa e del procuratore capo Michele Giarritta Prestipino: ”Col Covid, vedi i giudici di pace, esclusi anche dal lavoro agile e da qualsiasi garanzia”.
MONTA LA PROTESTA
I magistrati precari chiedono riconoscimenti contrattuali, previdenziali, assistenziali. Lavorano anche 12 ore al giorno, applicano la legge, ma restano dei perenni ”abusivi” e con rimborsi ridicoli. Eppure ”il loro apporto è indispensabile”, hanno scritto La Malfa e Prestipino, ”sia alla celebrazione delle udienze innanzi al giudice di pace (coperte al 100% da vpo), sia innanzi al tribunale in composizione monocratica (coperte oltre il 90% da vpo), nonché nell’attività d’ufficio che può essere loro delegata”. La protesta, a scala nazionale, monta sempre più. Il prossimo appuntamento è in programma il 29 gennaio davanti alla Cassazione, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Dal 19 al 22 gennaio l’intera categoria incrocerà le braccia con l’astensione dalle udienze.
L’APPELLO DELL’ANM
Eppure qualcosa si sta muovendo. L’Associazione Nazionale Magistrati nei giorni scorso ha invitato la Giunta Esecutiva Centrale a programmare in tempi brevi un incontro con le rappresentanze dei magistrati onorari “per una definizione dei temi concreti su cui misurare l’effettività delle tutele loro spettanti; e ciò al fine di rendere proficua l’interlocuzione dell’Anm con il Ministro della Giustizia e le forze politiche”. Un intervento in altri tempi inimmaginabile. Eppure non troppo gradito dai magistrati onorari, ormai sfiancati dalle condizioni di lavoro. ”Sono 20 anni che fanno incontri”, ha lamentato un vpo sui social, ”Ma quanto dobbiamo ancora aspettare per avere qualche riconoscimento. Forse stanno aspettando che arriviamo tutti a 70 anni per dirci che siamo troppo vecchi per poter continuare a fare gli schiavi”.
Invece la formula scelta da Anm per affrontare la questione non è casuale. A meritare interventi normativi immediati non è la magistratura onoraria complessivamente intesa – si specifica – ma quei giudici e vpo da anni impiegati in via esclusiva al servizio della giustizia. Non insomma per le nuovissime leve.
“I DIRITTI VANNO RICONOSCIUTI”
A chiarire la linea è proprio il presidente Anm Giuseppe Santalucia, nel proprio intervento alla riunione del ”parlamentino”: ”I magistrati onorari in servizio che per anni, in situazioni di proroga, sono stati impiegati in maniera massiccia ora si trovano a dover avere un riconoscimento del lavoro svolto: questi diritti vanno riconosciuti. Vedremo come il governo intenderà definire questo tema”, ha aggiunto, ma ”bisogna dare le tutele che i magistrati onorari in servizio richiedono”.
Raimondo Orrù, presidente della Federmot (federazione magistrati onorari di tribunale), e Olivia Mandolesi, rappresentante del consiglio giudiziario, tutti e due pm onorari a Clodio sono confortati dalla mano tesa da Santalucia: ”Concordiamo da subito con la linea Anm, anzi chiediamo di procedere senza differimenti in tale direzione condivisa”.