“Le risultanze “criminali” alla base della misura patrimoniale traggono origine dall’indagine Babylonia, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e conclusasi nel giugno 2017 con l’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di 23 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di appartenere a due distinte associazioni per delinquere finalizzate all’estorsione, usura, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, fraudolento trasferimento di beni e valori”, si legge in una nota congiunta di carabinieri e finanza.
Gli accertamenti patrimoniali hanno consentito di accertare “una netta sproporzione tra il reddito dichiarato e l’effettiva consistenza patrimoniale dei proposti nonché di individuare, anche dopo il primo sequestro del 2017, un ingente complesso di beni mobili e immobili oggetto dell’odierna confisca”.
Accertata anche l’operatività sul territorio capitolino di uno strutturato sodalizio, gerarchizzato e autonomo, dedito al riciclaggio e al reimpiego, in attività commerciali lecite e in beni immobili, di ingenti somme di denaro di provenienza illecita e alla conseguente e strumentale fraudolenta intestazione di tali attività, beni o altre utilità a terzi. Per ripulire il denaro si utilizzavano anche le videolottery.
Tra i beni oggetto di confisca figurano 52 società, 20 imprese individuali, 1 quota societaria, 34 immobili, 6 autoveicoli, 19 rapporti finanziari e numerosi beni mobili quali orologi e preziosi, per un valore complessivo stimato in circa 300 milioni di euro. Sono ricompresi nella misura di confisca gli storici bar “Mizzica!” di via di Catanzaro e di Piazza Acilia, acquisiti dal gruppo Vitagliano, il locale “Macao” di via del Gazometro frequentato dai vip della movida romana e la nota catena di bar “Babylon Cafè”, dalla quale l’indagine prende il nome.