IL PROGRESSIVO SMANTELLAMENTO DELLA STRUTTURA – Un centro d’eccellenza che garantiva alla cittadinanza una maggiore accessibilità ai servizi sanitari ed una significativa riduzione dei tempi d’attesa per le prestazioni specialistiche. Nonostante questo la struttura è stata progressivamente smantellata negli ultimi dieci anni, fino alla chiusura totale nel 2012, a seguito dei continui tagli alla sanità pubblica. In una lettera inviata al Policlinico, il Primario del reparto di Pneumologia denunciava nel 2012 l’impossibilità di coprire i turni. Il risultato tuttavia non fu l’incremento del personale medico-sanitario, ma la chiusura definitiva dell’ambulatorio.
LA MOBILITAZIONE DEI CITTADINI – Oggi i cittadini rivendicano la riapertura della struttura che sappia rispondere, oltre alle prestazioni sanitarie indispensabili, anche alla necessità della presenza di un servizio socio sanitario in grado di garantire una presa in carico complessiva degli utenti e delle loro necessità. “Chiediamo di riaprire questa sede per farne una struttura di prossimità – spiega Giuseppe Evangelista, infermiere e membro dell’Assemblea – chiediamo che torni ad essere un punto di riferimento visibile e accessibile a tutti, che non fornisca solamente prestazioni, ma che diventi anche un centro di promozione della salute, in grado di intervenire nelle scuole, nei centri anziani, sul territorio, con una presa in carico effettiva dei bisogni sanitari e sociali dei cittadini di questo quartiere. Queste – aggiunge – sono inoltre indicazioni scritte in diversi piani sanitari regionali, negli accordi tra stato e regioni, ma non sono state mai applicate se non formalmente”.
LE RICHIESTE – L’emergenza epidemiologica ha messo ancor più in evidenza le conseguenze drammatiche causate dai tagli alla sanità pubblica, che vede gli ospedali e gli ambulatori allo stremo. “Le normative più recenti del SSN (D.Leg 159/2012 e il Patto per la salute 2014-2016) predispongono una serie di strumenti che ASL, Comune e Regione dovrebbero mettere in campo per garantire i fabbisogni sanitari e sociali di un bacino di utenza non superiore alle 30.000 persone – si legge nella PEC inviata dall’Assemblea ai principali interlocutori istituzionali, tra cui la Direzione generale ASL Roma2, l’Ass. alla sanità della Regione Lazio e la Sindaca di Roma – per questo chiediamo che sia applicato quello che è scritto da anni negli obiettivi e le programmazioni di leggi e piani sanitari mai attuati. Un polo sanitario pubblico che abbia un rapporto di prossimità con gli abitanti e cerchi l’interlocuzione con il territorio e le sue articolazioni sociali, dalle scuole ai centri anziani. A tal proposito auspichiamo subito un incontro con le istituzioni competenti (ASL Rm2 e IV Distretto, Municipio, Università Sapienza di Roma, Regione Lazio) per avere informazioni sulla reale situazione dell’edificio e sui progetti che lo investono”.
LA PETIZIONE – Contestualmente alla lettera è partita una petizione cittadina. La massiccia partecipazione dei residenti ha confermato la volontà e la necessità di riaprire il poliambulatorio nel quartiere. Nei banchetti allestiti dagli attivisti, in molti esercizi commerciali della zona e presso la Parrocchia Sacro Cuore, è possibile firmare per sostenere la causa, che rilancia il diritto alla salute e alla sanità pubblica e gratuita per tutti/e. Nessuno/a escluso/a.