La Conferenza dei sindaci di Roma e provincia ha detto “Sì” e all’unanimità ai provvedimenti sul tema dell’acqua richiesti da Acea, la municipalizzata pubblica dell’acqua al 51% di proprietà del Comune di Roma. In una nota stampa il Coordinamento Romano dell’Acqua Pubblica comunica che sono tre le novità principali che hanno avuto il via libera: innanzitutto l’ aumento delle bollette nei prossimi tre anni; inoltre Acea sarà libera di costruire un nuovo (é il secondo) ‘potabilizzatore’ di acqua del Tevere, uno dei fiumi più inquinati d’Italia, che verrà poi inviata nei rubinetti di quasi 4 milioni di cittadini che vivono nei 112 comuni che fanno parte della Città Metropolitana di Roma; l’impianto industriatale costerà quasi 70 milioni di euro pagati anche con l’aumento delle bollette degli utenti. Tutto ciò, nonostante il primo ‘potabilizzatore’ del Tevere, costruito e ultimato da più di due anni, non sia mai ancora nemmeno entrato in funzione a causa di gravi problemi igienico e ambientali che incombono sull’impianto. Ultimo punto approvato, il via al bonus idrico, ossia un aiuto economico per i cittadini meno abbienti.
L’ATTACCO DEL COORDINAMENTO ACQUA PUBBLICA
Il Comitato dell’Acqua Pubblica commneta duramente: “Oggi (venerdì 27 novembre, ndr) i Sindaci della Provincia di Roma, a partire da Virginia Raggi e Esterino Montino, hanno scritto una delle peggiori pagine nella storia della gestione dell’acqua di questo territorio. All’unanimità hanno approvato una delibera e una tariffa che prevede aumenti enormi nei prossimi anni; garantisce ad Acea di continuare a fare lauti profitti (oltre 260 milioni di euro solo tra il 2018 e il 2019); non impone il blocco dei distacchi del servizio; condanna le/i roman* a bere l’acqua del Tevere in grande quantità (3000 litri al secondo). Per coprire questo misfatto hanno approvato un emendamento che aumenterà il budget del bonus idrico, ma è solo una foglia di fico visto che si tratta di uno strumento di sostegno a cui è praticamente impossibile accedere, lo dimostrano i dati dell’utilizzo fatto finora. In questi giorni la spregiudicatezza di Acea si sta dimostrando con il suo vero volto: si inviano squadre di tecnici a fare distacchi del servizio a partire da quelle situazioni più fragili, come le occupazioni a scopo abitativo, di fatto infischiandosene dell’emergenza sanitaria in atto. Su questo proseguiremo a mobilitarci, a partire dai prossimi giorni per garantire il #dirittoallacqua a tutte e tutti. Le proposte alternative esistono e le abbiamo diffuse nei giorni scorsi,inviandole anche a tutti i Sindaci che si sono ben guardati dal prenderle in considerazione, mettendo in atto uno spettacolo stucchevole alla Conferenza dei Sindaci svolta: una voce sola senza nessuno che abbia minimamente provato a uscire dal coro per denunciare la realtà dei fatti: ossia una politica aziendale tutta volta a massimizzazione dei profitti. La collettività pagherà molto cara questa scelta, ma non intendiamo arrenderci e continueremo la nostra lotta per l’#acquapubblica e partecipata”.
LA RAGGI FIRMA UNA DELEGA IN BIANCO AD ACEA
Le proposte di Acea avrebbero potuto essere fermate o quanto ridimensionate, ma evidentemente nessuno ha voluto ostacolare la municipalizzata che negli ultimi anni si è trasformata in una sorta di ‘macchina da soldi’. In piena pandemia globale, i sindaci avrebbero potuto sospendere i distacchi indiscriminati; avviare iniziative serie per ridurre drasticamente le perdite idriche che si aggirano a Roma e provincia intorno al 40%, una percentuale da terzo mondo; proporre altre soluzioni per coprire gli investimenti necessari per migliorare la rete idrica, senza aumenti a carico degli utenti, ad esempio riducendo la cedola, ossia i soldi che gli azionisti pubblici e privati si mettono in tasca ogni anno, e obbligarli a rinvestirli almeno parzialmente a favore del ‘sistema acqua’, ma così purtroppo non è stato.
IL BONUS IDRICO NON FUNZIONA
“Il bonus idrico – attacca il Coordinamento Romano dell’Acqua Pubblica – non funziona. Prima di tutto perchè non viene pubblicizzato a dovere, a partire da Acea, ma neanche i comuni fanno la loro parte. Poi è molto complicato accedervi, la procedura prevede che la richiesta si faccia al proprio comune con una documentazione abbastanza corposa da presentare, poi il comune avanza la richiesta di erogazione ad Acea. Sostanzialmente, l’utente deve dimostrare le condizioni di disagio economico e sociale. La richiesta di ammissione al bonus deve essere presentata congiuntamente alle richieste per l’ottenimento del bonus elettrico e/o gas. In sostanza, non è vero l’automatismo per cui i cittadini con un reddito annuo inferiore agli ottomila euro e quelli con un reddito inferiore ai ventimila euro vedranno le proprie bollette dell’acqua decurtate rispettivamente del 90 e del 50%”.